il caso
Portanova alla Reggiana, la città insorge, non gli ultras: "Fino al terzo grado nessuno è condannato"
La città di Reggio Emilia insorge, ma gran parte dei tifosi si schierano a favore di Manolo Portanova, il centrocampista ingaggiato dalla Reggiana - club che milita in Serie B - condannato in primo grado nel dicembre scorso, in abbreviato, a sei anni per violenza sessuale di gruppo.
Mentre politica e sindacati contestano la scelta definita «poco etica» della società, gli ultras della curva sud granata hanno srotolato oggi uno striscione in difesa del calciatore. «Nella vita come allo stadio... fino al terzo grado nessuno è condannato», recita il lenzuolone firmato dal gruppo Teste Quadre, esposto al campo sportivo di Cavola di Toano, in Appennino, dove la squadra sta svolgendo il ritiro e dove oggi ha disputato un’amichevole. Portanova non ha giocato, ma ha seguito la partita a bordo campo. Una posizione diversa rispetto a quella tenuta dai tifosi del Bari che a gennaio fece saltare il trasferimento di Portanova in Puglia.
Proprio ieri la Reggiana (che al momento non commenta) ha diramato tramite una nota l’ufficialità dell’accordo raggiunto col Genoa, titolare del cartellino del giocatore, per il prestito. La notizia era già nell’aria da settimane e il dibattito si è infuocato in una Reggio Emilia che si professa da sempre «città delle persone e dei diritti». Tifoseria, mondo della politica e sindacati sono spaccati. Feroci critiche sono arrivate sui social da parte di una fetta di sostenitori, tra cui anche alcuni che chiedono il rimborso dell’abbonamento. Altri invece si professano «garantisti» parlando di «condanna non ancora definitiva» (Portanova è ricorso in Appello e ha chiamato a testimoniare anche Ethan Torchio, batterista dei Maneskin) e di «giudicarlo solo per quanto farà vedere in campo».
Tante le reazioni politiche. Posizione equilibrata quella del Comune ("rispettiamo la presunzione d’innocenza, ma comprendiamo le reazioni negative"). Più netta la parlamentare reggiana Pd Ilenia Malavasi: «Non è una condanna definitiva, ma è un precedente al quale porre grande attenzione senza giustificazioni di sorta». Tranchant i giudizi della Cgil reggiana che parla di «scelta poco opportuna» e delle opposizioni. «Sul tema della violenza sulle donne non si può minimizzare neanche se parliamo di un calciatore», chiosa Dario De Lucia (Coalizione Civica). Ma c'è anche chi frena come Mauro Del Bue del Psi, ex sottosegretario: «Se colpevole in via definitiva, sarà giusto che paghi. Nessuno però si è posto il problema delle accuse per violenza sessuale a Kobe Bryant quando Reggio Emilia gli ha dedicato una piazza...».