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Rovescio a una mano addio, scompare anche alle Finals
Novak Djokovic è il grande assente alle Atp Finals di Torino ma la sfida tra i migliori giocatori del 2024 al via oggi alla Inalpi Arena con un italiano n.1 al mondo e grande favorito, sarà da ricordare anche per un’altra assenza, sul fronte tecnico: il rovescio ad una mano, gesto che negli anni è stato via via abbandonato dai campioni della racchetta. A scorrere il ranking mondiale, nei primi cento tennisti al mondo sono solo otto, meno dei 10%, coloro che ancora si affidano a quel tipo di colpo e uno solo, al momento è nella top 10 Atp, il bulgaro Grigor Dimitrov, che divide la scelta col greco Stefanos Tsitsipas (n.12) e l’azzurro Lorenzo Musetti (n.17), mentre per trovare il successivo nella classifica bisogna scendere fino al n.30, dove si trova al momento un giovane in grande crescita, ma grazie soprattutto ad un servizio fuori categoria, il francese Giovanni Mpetshi Perricard.
Giocatori di gran classe come Stefan Edberg e Pete Sampras, prima di King Roger, hanno continuato a insistere con un gesto che loro sapevano sfruttare al meglio, ma negli anni l'evoluzione del gioco, sempre più veloce e 'potentè, e dei materiali, l’ha reso meno redditizio, dato che richiede una preparazione più lunga e una distanza dalla palla diversa rispetto al rovescio a due mani. Se il colpo può essere più preciso e imprevedibile, dall’altra espone il giocatore ad una difesa più difficile sulla replica.
Le Atp Finals sono così una conferma di quanto certificato dalla classifica Atp il 19 febbraio scorso, quando per la prima volta dalla sua creazione, nel 1973, nella top 10 non compariva nessun giocatore con un rovescio a una mano. Intervistato in merito, Federer aveva detto, un pò sconsolato: «Questa cosa non mi piace, per me una pugnalata. Ma allo stesso tempo, rende speciali i giocatori, come ero anche io, che ancora tengono alta questa bandiera».