Viaggi

Passo dello Stelvio: la regina delle strade

Luca Pelagatti

Di strade ce ne sono tante, di strisce d'asfalto il mondo è pieno. Ma una sola è la regina: ed è la Strada dello Stelvio. Una incredibile opera ingenieristica - è la  strada di valico più alta d'Italia e unisce Lombardia e Alto Adige - considerata una delle più imponenti e tortuose del mondo, che dai 1225 metri di Bormio (www.bormio.eu) arriva sino ai 2.758 metri di altitudine del Passo. Detto così pare nulla: ma chi l'ha percorsa una volta sa che, per davvero, questa è una via unica. E non solo perché qui si sono svolte alcune dette tappe più epiche e massacranti del Giro D'Italia.
Un primato che in questi giorni torna alla ribalta: si, perché lo Stelvio compie due secoli (stelvio200.bormio.eu). E una signora, anche se matura, arrivata ad un simile traguardo, merita un doveroso omaggio.

Per tutto lo scorso fine settimana sulle sue curve si sono svolti eventi culturali, rievocazioni storiche, esibizioni musicali, mostre e sfilate di auto e carrozze d’epoca, in un’atmosfera di festa ma anche di rispettoso tributo. E questi appuntamenti proseguiranno fino a settembre unendo il racconto di questo sogno d'asfalto che sale verso il cielo alla scoperta di quello che sta intorno, ovvero il Parco Nazionale dello Stelvio, uno dei più antichi e vasti d’Europa (passostelvio.eu).
Ma per capire di cosa stiamo parlando facciamo un passo indietro, per la precisione al 26 giugno 1820, quando iniziarono i lavori partendo dal centro di Bormio e proseguendo verso i Bagni Vecchi. Che si trattasse di una opera mostruosa era chiaro: ma in soli 5 anni, sotto la direzione dell’ingegnere Carlo Donegani, il miracolo fu compiuto. Il tutto per precisa volontà dell’imperatore Francesco I d’Asburgo che, in seguito al Congresso di Vienna del 1815, e all'inclusione del Lombardo-Veneto nell’Impero austriaco, ritenne necessario costruire una strada che collegasse Milano con Vienna, senza passare dalla Svizzera. Come se fosse facile: per farlo servono 88 tornanti e tre gallerie lungo 46 km di pendenza che ora vedono passare motociclisti e atleti in MTB, trail running ed escursionisti mentre un tempo salivano le carrozze. Nel 1831 partì un servizio di diligenza da Milano: in 64 ore si raggiungeva Bormio e in 125 Landeck in Tirolo. Trainata da quattro o sei cavalli, la diligenza - tuttora conservata al Museo Civico di Bormio - poteva trasportare fino a otto persone con i bagagli.

Ora ovviamente tempi e modalità di viaggio sono molto diverse: si sale per ammirare il panorama, per sciare, per sfidare la propria forma fisica ma anche, semplicemente, per fare andare lo sguardo dopo una piacevole sosta a Bormio, la città celebre per le gare di sci che si svolgono d'inverno ma che, curiosamente, prende il nome dalla parola tedesca «warm» che vuol dire caldo. Perché qui sgorgano ben nove fonti termali che l'hanno trasformata in una specie di tempio del benessere. Prima si passeggia nel centro storico, fatto di piccoli vicoli e slarghi in stile alpino e poi ci si va ad immergere nelle acque dei Bagni Vecchi (www.qcterme.com): il nome non è casuale visto che ne parla persino lo scrittore romano Plinio. Sono appena fuori dal paese, appunto sulla strada che sale al passo dello Stelvio, e hanno circa 2000 anni: qui sono passati gli Imperatori e i nobili e ancora oggi, tutti, restano ammirati dalla vasca panoramica all’aperto a picco sulla conca di Bormio.
Preferite atmosfere della Belle Epoque? Nessuno problema, basta spostarsi ai Bagni Nuovi, una struttura Liberty tra lampadari di cristallo e vasche di acqua che sgorga dalla terra immersa nel verde dei boschi e di un grande parco. E alla sera resterà solo la piacevole incombenza di scegliere una trattoria dove assaggiare i pizzoccheri, gli sciat e la bresaola, che è uno dei simboli della Valtellina (www.valtellina.it). Tanto domani basta risalire al passo lungo i tornanti della Strada dello Stelvio e fare una passeggiata. Si smaltisce di sicuro: ma anche lo sguardo, da lassù, sicuramente esulta.

LE INFO
Sciare d'estate
Il ghiacciaio dello Stelvio è la più vasta area sciabile estiva delle Alpi e da maggio a novembre permette di sciare tra le vette del gruppo Ortles-Cevedale, con oltre venti km di piste tra i 2758 e i 3450 del Monte Cristallo dove anche i campioni dello sci preparano la nuova stagione agonistica. il comprensorio offre sei impianti di risalita e due piste da fondo e ci sono anche alberghi e scuole di sci a pochi metri dalle piste.
Hotel Bellavista
A soli 4 km dal passo, a Trafoi, ecco l'hotel quattro stelle Bellavista. La accogliente struttura, gestita dalla famiglia del campione olimpionico. Gustav Thöni, offre piscina, centro benessere e organizza escursioni alle cascate, animazione sulla nuova malga per bambini e, in inverno, discese sugli sci e camminate con le racchette da neve in compagnia dello stesso Thöni. www.stelvio-hotels.com

Alto Adige, alla scoperta dell'Altopiano del Renon
In viaggio tra natura e Liberty con il treno che piaceva a Freud
Siete in Alto Adige (www.suedtirol.info/it)e volete fare qualcosa di diverso?
Una idea è provare il trenino del Renon (www.renon.com), un treno a scartamento ridotto ispirato ai treni della Belle Epoque svizzeri, nacque per portare i primi turisti verso le vette.
Un tempo il primo tratto era percorso con una cremagliera mentre ora si sale da Bolzano con una funivia fino alla stazione di partenza del treno che si trova a Maria Assunta: qui nacque la passione della Sommerfrische, la villeggiatura estiva, quando la borghesia e la nobiltà di Bolzano fuggivano dal caldo della conca valliva per trascorrere i mesi estivi sull’altipiano e godere delle passeggiate nel bosco fino a  Merltennen: il panorama da lassù è incantevole.

Altra fermata è a Soprabolzano, il punto dove arriva la funivia, e pochi passi dalla fermata del trenino ha inizio la Freud Promenade, la passeggiata dedicata al padre della psicoanalisi che sul Renon scelse di passare le sue vacanze estive. Un itinerario di circa 6 km facile e rilassante nel bosco con qualche sosta da dedicare alla lettura degli aforismi freudiani riportati sulle 13 panchine lungo il percorso.  Sosta successiva a Rappersbühl/Colle Renon da dove, tramite un sentiero, si può raggiungere il lago di Costalovara - uno dei laghi d’acqua dolce più puliti d’Italia - ideale per una nuotata rinfrescante ma c'è anche un piccolo lido per prendere il sole. Infine Collalbo da dove parte la passeggiata fino alle Piramidi di terra di Longomoso, oppure la salita alla Fenn Promenade in mezzo ai boschi che si snodano intorno all’omonima collina.
Quando fa caldo qui si respira: e il panorama fa il resto.