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Il Molise, secondo molti, non esiste. Invece è una regione tutta da scoprire

Vanni Buttasi

«Il Molise non esiste» come nota qualcuno, è più di una battuta. Eppure è una regione tutta da scoprire: con la costa bagnata dal mare Adriatico, con Termoli punto d’attrazione e porto di partenza per le vicine isole Tremiti; con i paesi all’interno, ricchi di storia e di prelibatezze uniche; con i due capoluoghi di provincia: Campobasso e Isernia. Ma, soprattutto, con tanta gente cordiale, che ti fa sentire subito come fossi a casa tua. Certamente, in questo periodo estivo, il punto di riferimento rimane Termoli, a un tiro di schioppo da Vasto, nel vicino Abruzzo, e sulla strada che porta al Gargano.

Una città ricca di storia, importante per il turismo balneare, non solo dall’entroterra molisano. Chi entra nel borgo medievale, con le vie strette - da non perdere «A Rejecelle», che con i suoi 41 centimetri di larghezza è considerata la strada più piccola d’Europa - finisce per perdersi in un’atmosfera d’altri tempi, tra il Castello Svevo, utilizzato come simbolo della città, e la vicina «balconata», punteggiata da locali tipici, dove si può godere una meravigliosa vista del lungomare nord.
Sempre nel borgo antico, nel punto più alto del promontorio, la Cattedrale di Santa Maria della Purificazione, in piazza Duomo: in stile romanico pugliese, al suo interno sono conservati i corpi del santo patrono, Basso, e del compatrono, Timoteo. Accanto la Casa episcopale della diocesi di Termoli-Larino.
«Corso Nazionale scende verso il Borgo Antico - scrive il giornalista Giorgio Terruzzi nel suo libro “Atlante sentimentale” - che è una città nella città, minuscola e strabiliante, protetta dal Castello Svevo, circondata dal mare, le isole Tremiti quasi impercettibili in mezzo al blu (…) Sta seduto su una panchina di marmo in corso Nazionale. Il sigaro in bocca, Cocco Bill ritratto sul notes. Lavora, come al solito, un vulcano. Ha disegnato sino al 3 dicembre 1997, quando un ictus l’ha portato via. Benito Jacovitti”. Ai più giovani il suo nome dirà poco o nulla, a chi ha i capelli bianchi farà ritornare in mente personaggi dei fumetti conosciuti in gioventù come Pippo, Pertica e Palla, Cocco Bill, Zorry Kid, la signora Carlomagno. In corso Nazionale, cuore pulsante dello shopping e dello struscio, oltre alla statua in bronzo di Jacovitti primeggia anche quella del pittore Carlo Cappella.

Se Termoli è una città molto viva, soprattutto nei fine settimana e nella stagione estiva, basta fare una ventina di chilometri all’interno per trovare ritmi più lenti e bellezze, talvolta nascoste, al turismo di massa. Come Larino, sede di un tribunale e di un carcere di massima sicurezza, ma soprattutto di un anfiteatro romano, di medie dimensioni - poteva contenere fino a 18mila spettatori - e ben conservato, risalente al primo secolo dopo Cristo. Una bellezza, purtroppo, incastonata tra palazzi e condomini. Per entrare nel parco archeologico dell’anfiteatro romano, l’ingresso avviene dal portone di Villa Zappone, uno splendido esempio di stile liberty: è la sede del museo archeologico della città. Di interesse anche il Palazzo Ducale, edificato tra il 1100 e il 1200, che ospita la sede del Comune e del museo civico archeologico. In quest’ultimo il visitatore trova tre pavimentazioni rinvenute durante gli scavi di Larinum: il mosaico degli Uccelli, del Leone e della Lupa.
Alcune stanze del Palazzo Ducale sono state dedicate al giornalista e conduttore televisivo Aldo Biscardi, inventore del “Processo del lunedì” e del “Processo di Biscardi”, ma soprattutto larinese doc: è sepolto, infatti, nel cimitero comunale della cittadina. Fotografie, vignette, articoli di giornali, la sua macchina da scrivere, il Tapiro e altri riconoscimenti ricevuti dal giornalista durante la sua lunga carriera si trovano in bella mostra.
Nel girovagare all’interno del Molise, finisci per fare tappa in un piccolo paese dal lungo nome: Civitacampomarano. Un borgo con vicoli, stradine e scalinate dominato dal Castello Angioino, su una collina di arenaria. Il castello, nella sua maestosità, fu al centro di uno degli episodi di tradimento più clamorosi durante i conflitti fra Angioini e Aragonesi per la conquista del Regno di Napoli. Il monumento mantiene pressoché integra la sua antica architettura, nonostante il trascorrere della storia e i terremoti che, in passato, hanno causato smottamenti e crolli.

Durante la visita di questo piccolo borgo, arroccato sulla collina, è facile incappare in suggestive opere di street art, che fanno di Civitacampomarano una galleria d’arte a cielo aperto.
Tutto questo per ribadire agli scettici che «il Molise esiste» e affascina il turista.