Alessandra Ferri: "Volevo fare la ballerina"

Se la musica avesse un corpo, forse sarebbe il suo. Alessandra Ferri, la ballerina italiana le cui punte hanno calcato il mondo, stasera (alle 20) sarà protagonista al Teatro Regio della serata di apertura dell’edizione 2015 di ParmaDanza, con la prima assoluta di Trio ConcertDance, che la vedrà sul palco con Herman Cornejo, primo ballerino dell’American Ballet Theatre, e con il pianoforte di Bruce Levingston (coreografie di Russell Maliphant, Demis Volpi, Fang-Yi Sheu, Angelin Preljocaj).
Nell’incontro «La danza dietro le quinte», al Gran Caffè del Teatro Regio, martedì, ha precisato – scherzando con i suoi compagni d’avventura: «Mi prendono in giro, dicono che sono il boss, in realtà la vera protagonista è la musica».
Classe 1963, enfant prodige alla Scala di Milano, allieva di Ljuba Dobrievich, la Ferri a soli quattordici anni vince una borsa di studio a Londra, al Royal Ballet, dove appena 19enne diventa la principal dancer. Ecco come nasce un’étoile.
Tornare, a vent’anni di distanza, sul palcoscenico del Regio di Parma che cosa significa per lei?
«Ogni teatro ha una sua identità, tutte le volte è un’emozione unica. Questo, poi, è un teatro magico e siamo davvero felici di debuttare qui. Fare ritorno a Parma con una serata che è completamente nostra, perché pensata, voluta e creata da noi, è una doppia emozione».
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