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Pizzarotti: «Ecco perché il Festival si farà nonostante il taglio del Fus»

Pizzarotti: «Ecco perché il Festival si farà nonostante il taglio del Fus»

07 Dicembre 2018, 09:58

MARA PEDRABISSI

Come un sasso gettato nell'acqua, la notizia del ricorso al Tar del Lazio da parte della Fondazione Teatro Regio contro il Ministero dei Beni culturali per la mancata erogazione di contributi del Fus, Fondo Unico per lo Spettacolo - circa 600mila euro meno del previsto - genera reazioni e innesca domande, in una progressione di cerchi concentrici. Fino alla domanda delle domande: ci sarà il prossimo anno il Festival Verdi? «Certo ci sarà, vedremo con quante opere» risponde il sindaco Federico Pizzarotti, presidente della Fondazione, con cui facciamo il punto.

Sindaco, chiariamo che il finanziamento annuale da un milione di euro non c'entra con il ricorso al Tar che riguarda il capitolo del Fus.

«Esatto, il milione di euro arriva grazie alla legge che nel 2017 ha riconosciuto il Festival Verdi tra le manifestazioni di rilevante interesse nazionale e dunque destinatario di un finanziamento stabile da parte dello Stato. Qui stiamo parlando del Teatro Regio che ha diritto di accedere ai fondi del Fus distribuiti dal Ministero dei Beni culturali, in base a determinati criteri, come il numero di biglietti venduti e le alzate di sipario, e in base alla categoria di appartenenza. Per il triennio 2015-2017 il Regio ha partecipato alla ripartizione del Fus nei settori “Teatri di Tradizione” e “Attività concertistiche e corali”. Una volta avuta la legge speciale, si è deciso di cambiare la seconda categoria nella domanda per il triennio 2018-2020, sostituendo “Attività concertistiche e corali”, che ci portava circa 100mila euro, con la categoria, meno affollata e più redditizia, dei “Festival di assoluto prestigio”. In effetti in questa categoria abbiamo ottenuto il secondo punteggio massimo, con un contributo teorico di 726 mila euro. Nel frattempo però il Ministero ha introdotto il tetto del 5% sull'anno precedente, per evitare grosse oscillazioni nei fondi da erogare. Il punto è che per il Regio il 5% è stato calcolato sulle somme dell'anno precedente, cioè sul contributo per la concertistica. Ecco che la Fondazione ha presentato ricorso dal momento che questo limite non dovrebbe essere applicabile su contributi relativi a attività diverse».

Questi 613.423 euro mancanti si tradurranno in un buco di bilancio?

«Il direttore Anna Maria Meo è stata molto brava, lavorando anche sulle coproduzioni, per cui nel bilancio relativo al 2018 non ci sarà un “buco” da 600mila euro. Certo qualcosa mancherà, ma potremo essere più precisi solo dopo l'approvazione».

Visto che la domanda è triennale, la mancanza di un milione e 800mila euro complessivamente è un problema...

«Ecco questo è il tema. Ci saranno da fare delle scelte, o qualitative o quantitative. Noi finora abbiamo privilegiato la qualità, specie in vista di Parma 2020. Siamo fiduciosi sull'esito dell'appello ma, si sa, non basta aver ragione: serve qualcuno che ce la dia. Nel frattempo, puntiamo ad allargare la platea degli sponsor».

Il Festival Verdi 2019 è in discussione?

«Assolutamente no, però potrà variare il numero delle opere. Il Festival è un volàno per tutto il territorio e dobbiamo difenderlo coralmente».

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