LA STORIA
Ettore è un coniglietto nato "randagino" da una mamma e un papà abbandonati da chi probabilmente, dopo averli acquistati, si è stancato di loro.
Ma se già la sua vita era iniziata in salita, sulla sua strada ha anche incontrato persone crudeli che, imbracciato un fucile, lo hanno impallinato. Piccolo e sofferente, con una gamba ridotta in briciole, non gli era ormai rimasto altro da fare che attendere la fine, quando una ragazza lo ha notato e ha chiamato l'Enpa attivando i soccorsi.
"Al suo recupero era visibilmente sofferente e denutrito, senza possibilità di movimento per le condizioni in cui versavano i suoi arti inferiori, completamente impregnati di pus e urina, ed emanavano l'odore di un corpo in stato di decomposizione" ricordano le volontarie.
Subito scatta la corsa a Reggio Emilia, da un veterinario esperto in animali esotici, per tentare di salvargli la vita.
"Ettore è rimasto ricoverato per una settimana, durante la quale è stato sottoposto a tutte le analisi del caso. Alla fine della sua degenza, la diagnosi sul suo stato di salute è stata chiara: Ettore aveva una grave infezione all'osso della zampa posteriore destra, una forte infiammazione dell'arto posteriore sinistro per impallinamento, un orecchio completamente ostruito da un'infestazione di acari della rogna e un importante stato di deperimento. Non potevamo credere che qualcuno fosse stato cosi cattivo da compiere un tale gesto, ma Ettore nella sua sfortuna aveva avuto la possibilità di essere notato da un buon cuore che gli ha permesso una seconda chance di vita".
Schivo e pauroso, Ettore non si faceva toccare e anche le cure farmacologiche non erano semplici da somministrare per la sua scarsa collaborazione. Col passare dei giorni, grazie alla pazienza e all'amore delle volontarie (e qualche buon premietto), ha però lentamente ricominciato a fidarsi dell'essere umano, tanto da ritrovare di nuovo la voglia di riprovare a camminare. Da lì sono iniziate due settimane di allenamento, con passeggiate giornaliere al di fuori del recinto, ma il suo impegno nel cercare di trascinarsi le zampe posteriori non sarebbe bastato per riacquisire la forza necessaria per muoversi in autonoma.
"A distanza di un mese, un secondo controllo veterinario ha portato noi volontari a dover prendere una scelta importante: tentare un'operazione e una riabilitazione (che non lo avrebbero comunque portato a ridiventare autonomo) con la necessità di una persona che avrebbe badato a lui h24, o ricorrere all'eutanasia e di investire il nostro tempo e le nostre finanze per vite che avrebbero avuto maggiori possibilità". Ma Ettore non voleva morire, voleva combattere: la sua forza di volontà era immensa.
"Da quel momento gli abbiamo promesso che avremmo fatto tutto il possibile per lui, per dargli il riscatto che merita ed Ettore sta lottando per rimettersi in forze anche se dovrà subire l'amputazione della zampa infetta, una visita neurologica per comprendere il margine di ripresa dell'arto posteriore impallinato e necessiterà della costruzione di un carrellino su misura per riacquisire un minimo di autonomia nel movimento. Purtroppo nulla gli restituirà la capacità di correre nei prati ma grazie al contributo di noi volontari e di tutte le persone che si affezioneranno alla sua storia, potremo regalare a Ettore quella chance di vita, che per colpa dell'essere umano, aveva perduto per sempre".
Per sostenere le cure di Ettore, è possibile effettuare un bonifico ad Enpa Parma IT 05 F 06230 12711 0000 3529 1947
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