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curiosità

Quei mici che si sono conquistati tanta popolarità come Penelope di Fontevivo

Non dire gatto...

di Chiara De Carli

28 Novembre 2022, 10:13

Ha fatto notizia, nei giorni scorsi, l’audacia di Larry - «Chief Mouser to the Cabinet Office» e inquilino peloso del numero 10 di Downing Street - che ha inseguito e messo in fuga una volpe che si aggirava nei paraggi. E chissà se quello voleva essere un segnale di «chi comanda» in casa: Larry, entrato in servizio nel 2011, ha infatti già visto passare davanti alla sua cuccia ben cinque premier guardandoli dall’alto dell’incarico a vita conferitogli dal governo britannico. La presenza fissa di un gatto nella residenza del governo inglese risale ai tempi di Enrico VIII e il 3 giugno 1929 il mantenimento del micio acchiappatopi venne inserito negli atti ufficiali: il Tesoro autorizzò infatti l’Office Keeper alla spesa giornaliera per il mantenimento in salute di un gatto. Il peloso con il «mandato» più lungo – 13 anni - è stato Wilberforce (bianco e nero come Larry), che ha servito sotto Edward Heath, Harold Wilson, Jim Callaghan e Margaret Thatcher, mentre la prima femmina a ricoprire l’incarico di Chief Mouser, è stata Sybil, arrivata in residenza nel 2007 dopo un lungo periodo in cui, a causa dell’avversione ai gatti di Cherie Blair, il ruolo era rimasto vacante. Ma l’incarico assegnato dal governo inglese ad un gatto non è l’unico caso. Stubbs, ad esempio, è un gatto soriano arancione dalla coda mozza che viveva a Talkeetna, una cittadina dell’Alaska con un migliaio di abitanti. Nel luglio 1997, i residenti hanno deciso che l’unico candidato a «sindaco» (in quel caso praticamente l’equivalente del rappresentante di quartiere) non era adeguato a rappresentarli e hanno quindi votato per il gatto di quartiere. Stubbs è rimasto «in carica» per vent’anni diventando un’attrazione per i turisti che speravano di incontrare il «sindaco».
Anche oltreoceano non mancano i gatti che devono la loro fama alla politica. Pur non avendo rivestito ruoli ufficiali, dai tempi di Abramo Lincoln ben undici «Cotus» hanno passeggiato nei corridoi della Casa Bianca e addirittura sembra che il gatto siamese sia arrivato per la prima volta negli Stati Uniti tra le braccia di una first lady, la moglie di Rutherford. E se Socks, micio della famiglia Clinton, è stato il primo gatto presidenziale ad attirare l’attenzione mediatica, l’attenzione sui pelosi della White House non si è più spenta, contribuendo, sembra, anche a far calare gli abbandoni.


Nel suo piccolo, anche nel parmense esiste un «primo felino». E’ Penelope, la gatta di Fontevivo. Da anni Penelope vive nel centro del paese accudita da residenti e commercianti e, in cambio, lei garantisce la presenza a tutti gli eventi che si svolgono nel suo raggio d’azione. Non manca a messe e funerali, fiere e letture in biblioteca, e alle ultime tornate elettorali si è persino presentata ai seggi per salutare scrutatori e votanti. E da perfetto «primo felino» responsabile, Penelope ha anche un suo profilo facebook su cui, oltre alle sue foto e agli aggiornamenti sulla sua salute, si possono trovare appelli di ricerca di gatti smarriti, foto di mici in cerca di casa e informazioni utili a chi condivide la sua vita con un animale.

Chiara de Carli 

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