×
×
☰ MENU

compagne di branco

L'amore non basta

Rubrica settimanale, a cura dell’educatrice cinofila Lia Begani e la speaker radiofonica Valentina Tridente (Radio Parma)

L'amore non basta

di Chiara Copelli, Lia Begani e Valentina Tridente

20 Febbraio 2023, 09:58

L’argomento di oggi nasce dalla pancia di Chiara, la nostra Consulente di Relazione Felina del cuore, che ispirata da Lia e dalla illuminante citazione di B. Bettelheim “L’amore non basta” titolo del nostro ultimo articolo, ci invita ad approfondire e riflettere su alcune pratiche comuni nell’ambito del volontariato baffuto.

Prima di partire con le nostre riflessioni è importante fare una premessa circa il prezioso e impagabile lavoro fatto da queste persone, quasi tutte donne, che rappresentano una risorsa ad oggi indispensabile per i baffuti in difficoltà e che molto spesso va a riempire i vuoti lasciati dalle istituzioni. Le loro azioni sono mosse sempre da spirito di sacrificio, impegno, forte coinvolgimento emotivo accompagnato spesso da un senso di frustrazione, poiché nonostante le fatiche spese le emergenze feline sembrano non finire mai; pertanto nella foga di “salvarne il più possibile”, si rischia di leggere ogni situazione come emergenziale e bisognosa di un intervento immediato. Ecco che la rapidità di una tipologia d’intervento viene quindi preferita rispetto ad altre più idonee ed adeguate.

Come spesso accade di questi tempi i social ci regalano ottimi spaccati di realtà da cui partire. Riportiamo quindi uno dei tanti post che troviamo sulle pagine social di queste paladine dei baffuti che è esemplificativo rispetto alla pratica di stallo casalingo di gatti liberi, con uno scarso o assente livello di socializzazione con l’uomo (in gergo gattaro “gatti selvatici”).

Spesso, si tratta di animali giovani oltre i 4-5 mesi d'età, che sono nati e vivono liberi in contesti rurali o comunque con scarsa frequentazione umana. Da qui vengono prelevati preventivamente poiché quell'ambiente ha perso o non garantisce più, a giudizio delle volontarie, sufficienti condizioni di sicurezza e protezione. Il progetto per questi mici è quello di essere mantenuti in stallo casalingo per procedere innanzitutto con eventuali cure veterinarie, e poi per operare una sorta di “recupero della socializzazione” definito impropriamente "addomesticamento" per rendere il gatto confidente e socievole con l’uomo così da renderlo idoneo per un'adozione casalinga. Tutto ciò operato in totale autonomia decisionale da queste persone di buon cuore ma purtroppo con scarse o assenti competenze e formazione di base in ambito di etologia e comportamento felino. Il loro scopo è raggiungere l'obiettivo sopra citato di “socializzazione” del gatto nel minor tempo possibile ed utilizzando le minori risorse logistiche possibili per favorire l’adozione e poter così occupare le loro risorse per “salvare” altri baffuti. Questo le porta inevitabilmente a favorire modalità operative che garantiscano i risultati attesi in tempi rapidi.

Partendo quindi da uno stralcio di post preso dai social, andiamo a scoprire come sono strutturate queste procedure di “addomesticamento”,senza con ciò voler esprimere alcun giudizio in merito al valore inestimabile dell’operato di queste volontarie ma lanciando solo alcuni spunti di riflessione.

"Quasi amici..."

Molti di voi ci accusano di prendere i mici e metterli in gabbia. Però questo ambiente ristretto ci permette di tentare con loro un primo approccio, cosa che non riusciremmo a fare se stessero da subito liberi in una stanza. Diventerebbe un rincorrere che li spaventerebbe ancora di più.
Questo gatto quando è arrivato era inavvicinabile. Soffiava e attaccava. E' stato catturato per essere messo al sicuro.
..ovviamente se il gatto si dimostra sofferente e non riesce comunque a rilassarsi e interagire con le persone, dopo un po' di tempo viene riportato in colonia e lasciato libero di fare la sua vita.
A me sembra che siamo sulla buona strada con lui. Prossimo step liberarlo in bagno. Un ambiente, sempre ristretto ma che gli permette di muoversi più liberamente.”

Per questa settimana ci fermiamo qui, essendo questa una tematica un pochino complessa che merita altro spazio continueremo l’articolo la settimana prossima.


Per ulteriori informazioni vi consigliamo di seguire l’appuntamento settimanale di “Compagne di Branco” in podcast su Spotify e in diretta su Radio Parma tutti i mercoledì dalle 18.00 alle 19.00

IG:@compagnedibranco
FB: compagnedibranco

Volete che la foto del vostro beniamino venga pubblicata nel prossimo appuntamento della nostra rubrica? Immortalate i vostri amici mettendo bene a fuoco il loro muso e inviate la foto a compagnedibranco@gmail.com
Se desiderate inviare proposte o avete domande per la rubrica, scrivete a compagnedibranco@gmail.com

Titti di Manuela e Pietro

Tigro di Sara Cenci

Lollo e Leo di Monica Derlindati

Google di Monica Derlindati

Achille di Chiara e Rita Rosati

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI