Indagine
Stando al Rapporto Italia 2023 di Eurispes, il numero di italiani che dichiarano di possedere un animale domestico è del 32,7% e la stima in «numeri» è di circa 10 milioni di cani e 8 milioni di gatti. Ma qual è il cane più amato dagli italiani? Senza dubbio il meticcio, spesso adottato da un canile o da una delle tante associazioni presenti sul territorio. Di taglia piccola o grande, miscugli di razze o semplicemente senza pedigree, il «bastardino» è il più presente nelle case degli italiani. Su quali razze si orienta invece chi sceglie di rivolgersi ad un allevamento? Sbirciando in giardini e cortili, forse, si sarebbe portati a giurare che il cane più amato sia il Pastore tedesco, guardiano affidabile, attento con i bambini, fedele e forte compagno di passeggiate e di attività sportive. O forse il labrador, tenero protagonista di campagne pubblicitarie e ritenuto «cane per famiglie» per eccellenza. E invece i dati elaborati dall’Enci – l’Ente nazionale cinofilia italiana, associazione che si occupa della catalogazione delle razze di tutti i cani presenti in Italia – dicono che in vetta alla classifica c’è il Setter inglese.
Pur in calo di oltre 4000 unità rispetto al 2021, le registrazioni del 2022 sono state 11711, quasi un migliaio in più rispetto al pastore tedesco, calato di circa 2000 «new entries». Ma la sorpresa arriva dal gradino più basso del podio, su cui arriva il Chihuahua, il cane più piccolo del mondo a cui è stato dato quasi «beffardamente» il nome dello stato più grande della Repubblica del Messico, area da cui proviene e in cui sono nati i primi allevamenti. Considerato un «cane da compagnia», in realtà il piccolo e coraggioso Chihuahua è anche un eccellente guardiano. La sua piccolissima taglia, però, rende spesso i suoi proprietari poco inclini a dargli un’educazione corretta, convinti che la sua «non pericolosità» renda superfluo farlo socializzare con i suoi simili e imporgli regole di comportamento. E così, il socievole Chihuahua si è nel tempo guadagnato la pessima «fama» di petulante abbaiatore capace anche di rifilare qualche fastidioso morso a chi osa avvicinarsi per una carezza. E i labrador? Nel 2022 si sono dovuti accontentare del quinto posto, scavalcati in classifica dai Golden Retriever che «segnano» 500 esemplari in più. A seguire, in questa particolare classifica, ci sono poi i barboni, i segugi maremmani, i bassotti, i jack russel e i lagotti. Ma spulciando per bene nelle pagine suddivise per «gruppi» si trovano tante curiosità. Lo scorso anno, sono stati registrati due Tornjak, cane da pastore di montagna originario della Bosnia-Erzegovina, grande e potente e particolarmente «devoto» al suo padrone: almeno negli ultimi dieci anni nessuno aveva mai registrato nemmeno un cane di questa razza. Già presenti in Italia, anche se molto rari, sono altre razze che, un esemplare alla volta, stanno arrivando anche nel nostro Paese.
Totalmente diverso per taglia, indole e funzione rispetto al mastodontico Tornjak è, ad esempio, l’unico esemplare di Terrier Boemo iscritto nel 2022 all’Enci: incrocio fra un maschio Sealyham Terrier e una femmina Scotch Terrier, è un Terrier da caccia leggero, facile da accudire e da istruire. Uno solo è anche il Kai, discendente dei cani delle montagne giapponesi, che ha registrato il suo «picco» nel 2020 con nove nuovi iscritti. «Ritornano», pur con un solo esemplare a testa, il Perro sin pelo del Perù, cane dalle origini ancora incerte ma già presente nei fregi e decorazioni pre-Inca, e lo Sloughi, levriero marocchino che dopo l’esplosione del 2013 aveva visto pochissimi, o zero, nuovi arrivi.
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