AMICI ANIMALI
Pedigree, sì o no?
Spesso sul web si leggono annunci di vendita di cuccioli di cani o gatti di razze prestigiose a prezzi «stracciati», a volte anche gratis («a patto che la famiglia lo ami…») con la sola copertura delle spese di trasporto. Invogliati dalla possibilità di avere un bellissimo cagnolino o gattino, molti incappano in quella che è una truffa ben rodata che è stato calcolato che – a livello mondiale – possa fruttare ai «geniali» ideatori circa un milione di dollari all’anno: il cane non esiste e le «spese di trasporto» sono il guadagno del truffatore. Oltre a queste, però, ci sono altre proposte da cui guardarsi bene. Una su tutte è quella dei cuccioli in vendita a prezzi diversi se «con pedigree» o «senza pedigree». Differenze che possono essere anche di centinaia di euro. D’altra parte, chi cerca un compagno di avventure e non ha intenzione di partecipare a concorsi o expo, perché dovrebbe essere interessato ad avere un pezzo di carta che dimostri che il suo cane è di razza? In primis perchè vendere un cane «di razza» senza pedigree è illegale (al massimo potrete comprare un «similqualcosa» ma non un cane di razza). Con una ricerca veloce sul web, di annunci di questo tipo se ne trovano una marea. Il primo che ho trovato mi racconta di un cucciolo in vendita a 200 euro «senza pedigree per un tema di costi». Ma il costo del pedigree, giustifica un prezzo che è meno di un quarto di un esemplare che lo possiede? No. Calcolatrice alla mano, il documento costa più o meno 30 euro a cucciolo. Entro 25 giorni dalla nascita si deve infatti presentare il «modello A» dell’Enci, ovvero il foglio che dichiara chi sono i genitori (16 euro per l’intera cucciolata), ed entro i 90 giorni va consegnato il «modello B», uno per cucciolo (23 euro), per ottenere il suo documento. Ma, soprattutto, le pratiche per ottenere il pedigree non si fanno certo quando il cucciolo è pronto per avere una nuova casa: due prezzi diversi per lo stesso cane venduto «con o senza pedigree» qualche sospetto lo fanno venire. Ma, al di là della questione economica, perché si dovrebbe volere il pedigree? Semplice: per conoscere il cane e la sua storia, in particolar modo quella genetica. Già prima dell’acquisto, infatti, dal sito Enci è possibile avere indicazioni sulla «famiglia». Con un semplice «click», si arriva al pedigree di mamma e papà e si può quindi vedere chi sono gli ascendenti fino alla quarta generazione. E ancora, grazie a questo albo genealogico, si può sapere se sono stati acquisiti i certificati che escludono patologie specifiche della razza, avendo così una «garanzia» in più rispetto alla buona salute del cucciolo. Insomma: il pedigree serve eccome, soprattutto se abbinato alle conoscenze e competenze di un buon allevatore che, ben prima dell’accoppiamento, seleziona le caratteristiche e la «compatibilità genetica» dei due esemplari per ottenere i migliori risultati in termini di bellezza, salute e carattere. Ma se tutto questo non vi interessa, allora c’è ancora di meglio: nei rifugi e nei canili ci sono tanti cuccioli e cani adulti che aspettano solo di trovare una famiglia che li ami e se ne prenda cura. Si può scegliere tra «simil-qualcosa» e «100% meticcio» e, molto spesso, godono di salute migliore di quelli «di razza» fatti arrivare da lontano, magari a poche settimane di vita e con libretti sanitari falsificati, per soddisfare il desiderio di chi vuole «sfoggiare» il cane, ma spendendo poco.
Chiara De Carli
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata