×
×
☰ MENU

Investigatori in marcia tra delitti e scene pulp

Investigatori in marcia tra delitti e scene pulp

di Chicco Corini

22 Novembre 2018, 06:14

VICOLO POLITI - Gaspare Bolla pugnalato in osteria: una condanna e più misteri irrisolti
Per gli «investigatori» parmigiani l’oscurità della volta che da via Farini porta in vicolo Politi avvolge un altro mistero: innocente o colpevole? Per la giustizia prevalse la seconda valutazione e il parmigiano Pietro Cavalli restò 37 anni in carcere poiché ritenuto dalla Corte d’Assise l’assassino (la sera del 5 giugno 1874) del consigliere della prefettura Gaspare Bolla.
Bolla era talmente inviso alla popolazione, che al suo passaggio nelle strade di Parma lo indicavano con il dito e gridavano «Ecco là Carlén trì», paragonandolo a Carlo III di Borbone. Bolla veniva descritto come despota nei confronti del popolo che, oberato dalle tasse, per vari motivi si rivolgeva a lui in Prefettura. Invece, Pietro Cavalli, detto Bornisa, piaceva alla gente che si recava nella sua osteria nell’Oltretorrente. Ed era nelle varie bettole simili a quella di Bornisa che il passaggio al Regno d’Italia si stava trasformando in un focolaio di rancori. Come dire, la rivoluzione in osteria. Proprio vicino all’osteria della Bella Villana (poi dei Bersaglieri e in seguito del Tribunale) in vicolo Politi, Gaspare Bolla fu pugnalato. Bornisa si presentò spontaneamente alla polizia che sospettava anche di lui e venne subito arrestato. Il processo si svolse nel 1875 fra la grande attenzione della cittadinanza, che non credeva affatto che Bornisa potesse essere il colpevole. Come complice fu condannato a 15 anni anche un amico di Cavalli, mentre altri personaggi dell’Oltretorrente furono scagionati. Alla lettura della sentenza, Bornisa esclamò: «Giuro su Iddio che voi condannate un innocente!». Dunque, un altro omicidio «politico» con tanti moventi ma senza il colpevole? Indagate, indagate.

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI