×
×
☰ MENU

Mauro Coruzzi: «Caro Sandro, mi manchi»

Mauro Coruzzi: «Caro Sandro, mi manchi»

02 Dicembre 2018, 10:23

Mauro Coruzzi ha inviato alla «Gazzetta di Parma» il suo personale, commosso ricordo del giornalista Sandro Mayer mancato giovedì a Roma, a pochi giorni dal 78esimo compleanno, che avrebbe festeggiato il 21 dicembre. Questo il testo.

MAURO CORUZZI

Caro Sandro, comincia ad inquietarmi la pratica di scrivere “coccodrilli” relativi a persone, colleghi, nel tuo caso Direttori, che non ci sono più e dei quali sento immediatamente la mancanza…

Mi è già accaduto di perdere un Direttore, Carlo Drapkind, nel 2003, alla Radio, quella RadioParma che lui fondò e nella quale ho lavorato per tanti anni: lo andavo a prendere, alle 6 di mattina con la macchina, passavamo all’edicola per ritirare la mazzetta dei quotidiani, lui poi andava in redazione e io in studio per cominciare la diretta…

Con te, caro Sandro, il rapporto iniziò l’anno dopo, nel 2004, quando, pendolari com’eravamo ogni domenica per andare a Roma da Maurizio Costanzo, parlavamo, ci scambiavamo opinioni e discutevamo di tv, tanto che tu, forse snervato dai miei continui “…ma certo che quella conduttrice è proprio al posto sbagliato” o frasi similari, alla fine hai “ceduto” proponendomi una rubrica fissa di critica televisiva per il tuo appena nato “DiPiu”, rubrica che poi abbiamo “doppiato” anche sul “DiPiùTv” e che ancora va in stampa.

In una quindicina d’anni, non so se sono diventato più o meno bravo di quello che t’aspettassi, di certo mi hai insegnato a domare le mie velleità di “critico e basta”. Di certo mi hai fatto capire come guardare la tv; mi dicevi: «Prova a guardarla con gli occhi del pubblico, non con quelli smaliziati di chi la fa» e avevi ragione, come sempre, perché non si può essere presuntuosi e credere di avere in tasca e negli occhi la migliore delle critiche. Così come mi hai “costretto” a seguire fiction o serialità che stavano lontane mille anni luce dai miei canoni e provare a praticare l’analisi dei fenomeni popolari, del perché avevano o meno successo.

Mi hai anche sgridato più volte, facendomi rifare il pezzo perché conteneva troppe opinioni “pregiudiziali”, spingendomi a giustificare le critiche con una motivazione plausibile. Io, che spesso sono ancora soggetto dei pregiudizi, ho capito che questo è un insegnamento che vale una vita intera di lavoro e per il quale non basteranno mai i «grazie». Adesso, mi sento smarrito, senza una guida che mi indichi come agire, nel rispetto del lettore e del tuo, ma, stanne sicuro, mi hai cresciuto con la maturata consapevolezza, ora, che chi dice la sua e ha acquisito i mezzi per farlo con onestà, non sbaglia e se lo fa, lo fa per passione del lavoro che svolge. Mi manchi, ma questo la sai già, ovunque tu sia…

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI