Ognuno di noi li ha incontrati almeno una volta. Magari sono stati nostri compagni di scuola, amici dei nostri figli. Poi li abbiamo persi per strada, questi bambini. Ne ho in mente uno: già a 10 anni affrontava situazioni da adulto. Ha abbandonato la scuola, il suo futuro sembrava già scritto.
Si chiama povertà educativa e non coincide con la povertà economica. In Italia, certifica l'Istat, sono circa 1 milione e 292mila i minori in povertà assoluta, il 12,5 del totale, ma sono molti di più quelli che vivono in povertà educativa, cioè senza la possibilità di realizzare i propri talenti. A Parma, i minori così sono oltre un migliaio, ma il sommerso parla di numeri molto maggiori. Scuole con offerte didattiche diseguali, classi ghetto, palestre e biblioteche carenti. Si parte tutti uguali al nido, ma già alle materne si corre a velocità diverse. Periferie e montagna sono terra di disuguaglianza. Per questo l'Acri, l'Associazione delle fondazioni bancarie, ha creato un fondo contro la povertà educativa che mette a disposizione 360 milioni in 3 anni. I progetti che riguardano Parma sono due, entrambi sostenuti da Fondazione Cariparma: Melting Pot, rivolto a 659 adolescenti, 146 famiglie e 160 tra prof e operatori, e Ali per il futuro, destinatari 160 bimbi. Ci sono mura invisibili da abbattere, l'importante è agire prima che sia troppo tardi. Perché, come ha scritto Andrea Camilleri, «aiutare i bambini oggi vuol dire sperare nel futuro di tutti».
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata