Sembrava la sua giornata fortunata. Al mattino gli era bastato infilarsi in banca, buttare lì quella minaccia che fa sempre paura («Vi buco») e poi sgusciare via con qualche migliaia di euro. Ma nel pomeriggio, dopo aver tentato di scassinare i parcometri del parcheggio sotterraneo di via Kennedy e di rapinare la pistola a un metronotte, era stato inseguito dai poliziotti finendo nel laghetto del Parco Ducale. Insomma, la giornata cominciata nel migliore dei modi era finita malissimo. E ieri è arrivata anche la mazzata: 32 anni, residente a Parma, molti problemi con la droga, è stato condannato a 4 anni dal giudice Gennaro Mastroberardino (pm Massimo Porta).
Ma torniamo a quella mattina del 4 aprile scorso. Si era presentato di buonora davanti all'agenzia di via Verdi della Banca Cremonese Credito Cooperativo. Pochi minuti dopo le 8 era entrato nella filiale. Il primo cliente della giornata e anche l'ultimo, visto che subito dopo la banca era stata chiusa per rapina. Non aveva usato armi, né aveva pensato a nascondersi il volto, solo il cappuccio della giacca calato sulla testa. Alla fine, così «anonimo», che gli stessi impiegati non si erano per nulla allarmati vedendolo avvicinarsi. In quel momento, inoltre, i dipendenti erano impegnati nelle operazioni di apertura dell'agenzia. Sul bancone ancora le mazzette delle banconote ordinate e divise. Era bastato pronunciare la minaccia che fa ovviamente sempre effetto, senza nemmeno tirarla fuori la siringa, e poi allungare la mano sulle banconote in bella mostra: 4.380 euro in totale.
Sicuro di sé, almeno all'apparenza. Ma un piccolo errore l'aveva fatto pure lui: per fuggire aveva preso l'uscita di sicurezza, a fianco della bussola, ma aveva dovuto farsela aprire, perché quella porta è regolata da un congegno a tempo.
In pochi minuti davanti alla banca erano arrivati tutti: poliziotti delle Volanti, della Squadra mobile e della Scientifica. Del rapinatore mattiniero non c'era più traccia, ma di tracce ne aveva disseminate un'enormità. A partire dalla sua faccia, impressa nelle telecamere dell'istituto di credito, oltre che in quelle piazzate nella zona.
Incurante di tutto ciò - e nonostante avesse arraffato quel bel gruzzoletto -, poi ha pensato bene di andare a caccia di guai. Qualche ora dopo, infatti, si era infilato nel parcheggio sotterraneo di via Kennedy prendendo di mira i parcometri. L'idea assurda di aggredire il vigilante per cercare di rubargli la pistola, gettandogli addosso anche un estintore, aveva fatto scattare la caccia all'uomo. Finito poco dopo nel laghetto. E ripescato con troppi soldi in tasca per uno che era scappato la mattina stessa da una comunità terapeutica. E' bastato guardare i fotogrammi delle telecamere della banca per avere la risposta. G.Az.
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