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70 anni vissuti nel segno della parmigianità

70 anni vissuti nel segno della parmigianità

11 Novembre 2018, 11:00

LORENZO SARTORIO

Incastonato in quel borgo dell’Oltretorrente che costeggia l’Ospedale Vecchio, luogo del settimanale mercatino dell’antiquariato, vicolo Santa Maria (l’antico «Cul di sacco») crocevia durante il giorno di studenti universitari, si trova un autentico pezzo di storia dei borghi «de d’la da l’acqua»: il circolo Aquila Longhi, nato nel 1948 da una costola del Circolo dei Lavoratori e subito ribattezzato in onore di Bruno Longhi, membro del Comitato di liberazione nazionale di Parma e responsabile del settore stampa della Resistenza parmense, morto a seguito delle torture inflittegli dalla Gestapo. Una sede in un vecchio stabile adibito fino a poco tempo prima a caserma e pochi soldi in tasca, non frenarono mai la voglia dei soci di distinguersi in varie discipline sportive, il calcio soprattutto, vestito in maglia granata in onore del Grande Toro. Ma è dalla successiva fusione con L’Aquila, circolo della Parma vecchia nato in via Saffi nel ’51, che si pongono le basi per la nascita del circolo Aquila-Longhi che è ancora oggi il cuore dell’Oltretorrente. Un cuore pulsante di attività, anche a scopo benefico. Luogo d’incontro dei tanti soci impegnati in tombolate, partite a carte e a biliardo, l’Aquila-Longhi, comunque, continua anche la sua tradizione sportiva con le due squadre di calcio amatori e la formazione amatoriale di calcetto femminile, tutte impegnate nei campionati Uisp ed i pescasportivi. La vita del circolo è scandita dalle attività delle sezioni, dai passatempi dei pensionati e, soprattutto, dai profumi della cucina, fiore all’occhiello che attira tanti parmigiani che quando hanno voglia di mangiare «come a casa», si ricordano che la genuinità di un circolo come questo è difficile da battere. Tra i tavolini, nei normali pomeriggi e nelle serate feriali, si possono incontrare persone speciali, che di storie da raccontare sui borghi di Parma ne avrebbero a non finire. Ma ci sono anche diversi giovani, che vengono magari a giocare a biliardo o a bere qualcosa. E non è raro vedere tra i tavoli qualche giocatore del Parma che mangia un piatto di crudo in totale tranquillità. Il mercoledì e il sabato pomeriggio c’è la tombola (computerizzata, mica roba antica!) e la domenica ogni televisore delle cinque sale è sintonizzato sulle partite del Parma. Aperto a tutti, dall’universitario all’avvocato il circolo è particolarmente sensibile alle esigenze di quartiere e alle problematiche sociali. Non è infatti un caso che l’Aquila- Longhi sorgesse nella zona degli ospedali, quello Civile che si affacciava in strada D’Azeglio, teatro delle opere di carità di Padre Lino. E poi, poco più in là, l’Ospedale dei bambini, proprio a ridosso delle Torri dei Paolotti dove il sole, al tramonto, sembra giocare a nascondino celandosi, prima dietro ad una, e poi all’ altra delle due torri gemelle un tempo sorvolate tutte le sere dai piccioni viaggiatori dell’indimenticato «Gaiòn», il mitico «pisonär dl’la Premiäda» di via Bixio,

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