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Ancora 500 visoni in libertà

Ancora 500 visoni in libertà

15 Febbraio 2019, 09:52

NOCETO Stando alle stime fatte dal gruppo di professionisti e volontari che nei giorni successivi alla liberazione dei visoni americani dall’allevamento di Noceto si occupò del recupero degli animali in fuga, gli esemplari ancora liberi potrebbero essere più o meno 500. Un numero che, come ha sottolineato nei giorni scorsi il sindaco Fabio Fecci chiedendo l’intervento della Provincia di Parma e della Regione Emilia Romagna, è sufficiente per preoccupare seriamente la popolazione ma, soprattutto, chi ha la responsabilità sul territorio e sull’ambiente. I visoni non recuperati, stando alla legge, sono diventati di proprietà del demanio e non tocca quindi più al proprietario dell’allevamento, che nel frattempo è anche cambiato, occuparsi della gestione dei mustelidi in fuga. Ma il problema non si esaurisce con la presenza dei visoni «randagi» rimasti nel nocetano: con la fine dell’inverno, infatti, le femmine sopravvissute inizieranno a riprodursi, incrementando così esponenzialmente la popolazione dei visoni visto che, dopo circa 2 mesi di gestazione, nascono dai 3 ai 7 cuccioli e che questi, a soli dieci mesi, possono a loro volta iniziare a generare altri piccoli. E se è probabile che non tutti resteranno in vita, la loro presenza è già motivo di preoccupazione sia per chi vede minacciati i propri animali da cortile, che potrebbero diventare prede «facili» in assenza di altro cibo, che per la fauna selvatica locale, essendo il visone americano una delle dieci specie alloctone presenti in Italia più pericolose per il mantenimento della biodiversità, a discapito principalmente del visone europeo ormai a rischio estinzione anche a causa della presenza del «cugino». Il visone è infatti un predatore carnivoro e si nutre in particolare di pesci, rane, e degli uccelli che vivono nelle zone umide senza disdegnare anche le loro uova, agevolato inoltre dal fatto di non essere riconosciuto dalle prede come minaccia. Una vicenda che ricorda molto da vicino quella della nutria, animale che fu importato un secolo fa dal Sud America ed allevato per la sua pelliccia - commercializzata come Castorino - e liberato in seguito al fallimento degli allevamenti, e che, in termini di «popolazione» e danni agli argini dei corsi d’acqua in cui entrambi scavano le tane, potrebbe evolversi allo stesso modo e con l’«aggravante» del fatto che mentre la nutria è un roditore, il visone è un carnivoro.

c.d.c.

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