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Il consorzio del «Parma» querela un'ambientalista

Il consorzio del «Parma» querela un'ambientalista

09 Marzo 2019, 10:40

Il Consorzio del Prosciutto di Parma in tribunale contro un’animalista piacentina. La vicenda risale al gennaio 2017, quando a Piacenza vennero affissi dei manifesti che rilanciavano una campagna animalista nazionale contro l’allevamento suinicolo intensivo. A commissionarli l’associazione di Piacenza “Arca di Noè”. La presidente Silvia Felice è stata querelata dal Consorzio del Prosciutto di Parma per il contenuto dei cartelloni, ritenuto diffamatorio, e nei giorni scorsi a Piacenza si è aperto il processo penale. Il Consorzio ha sporto denuncia sentendosi danneggiato dalle affissioni. Sui manifesti infatti, accanto all’immagine di un maiale agonizzante, apparivano lo slogan «non è crudo è crudele» e una sorta di logo di fantasia del “Prosciutto crudele di Parma”; quindi l’invito a visitare un sito internet per sapere «cosa si nasconde dietro la produzione di prosciutto». Infine, sull’angolo destro, altri due loghi, questa volta veri: quelli di “Esseri animali” e di “Piacenza Vegan”. «È un atto dovuto contro l’ennesima campagna diffamatoria ai danni del Prosciutto di Parma e dei suoi produttori. Il Consorzio è stato costretto a intervenire per tutelare il Prosciutto di Parma dall’uso improprio e strumentale della propria denominazione volto a diffondere un messaggio ingannevole e fuorviante» precisa il direttore del Consorzio del Prosciutto di Parma Stefano Fanti. Il Consorzio, che si è costituito parte civile, ha incaricato di seguire la vicenda l’avvocato Diego Arneodo. A rappresentare Silvia Felice l’avvocato Franco Livera. Davanti al giudice Gianandrea Bussi, nei giorni scorsi hanno testimoniato Claudio Leporati e Domenico D’Agnello, rispettivamente responsabile Marketing Italia e ispettore di vigilanza del Consorzio del Prosciutto di Parma. Il processo è stato aggiornato all’11 dicembre. L.M.

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