PAOLO GROSSI
Deve stringere i denti, il Parma, in questo finale di 2018. La squadra nelle ultime uscite è parsa un po' stanca, ma ha saputo portare a casa pareggi a loro modo preziosi usando l'arma dell'organizzazione difensiva e dell'esperienza. E' vero, Chievo e Bologna, le ultime avversarie a fare un punto al Tardini, sono, assieme al Frosinone, anche lui uscito indenne dalla tana crociata, le più deboli del lotto. Ma siamo in serie A, non in D. Qui se sbagli tutti sanno punirti e il Parma, in fase difensiva, per fortuna sbaglia poco. Quando gli succede, come in casa della Samp, viene castigato. E quindi giusto lasciare che D'Aversa e il Parma facciano leva, specie nei momenti di difficoltà, sulle qualità migliori del gruppo. Però fare troppi sorrisi davanti al moscio 0-0 con il Bologna ci pare inappropriato. Godiamo della buona classifica, certo, ma non facciamoci per forza piacere tutto. La mortadella può essere appetitosa, ma non chiamiamola culatello. Che poi in attacco manchi qualcosa, è conclamato, ma se ci fosse anche quel qualcosa ora i crociati sarebbero in zona-Champions. Un pizzico di sangue freddo sotto porta in più, non guasterebbe. Ma servono progressi sul piano della manovra quando gli spazi si restringono, cioè contro formazioni di bassa classifica o contro avversari che vanno in vantaggio.
Si può agire su diversi livelli, specie ora che il mercato potrà portare volti nuovi: avere più partecipazione dai terzini, più inserimenti dai centrocampisti, o far abbassare meno gli esterni d'attacco. Tutte ipotesi che però dovranno superare il vaglio dell'equilibrio. Se prima di accentuare il potenziale offensivo infatti eventuali novità indebolissero la saldezza difensiva, sarebbero un boomerang. Potrebbe bastare un salto di qualità sul piano del talento individuale, ma il club ha già fatto sapere di non voler fare follie, e in effetti con mezza salvezza in tasca meglio conquistare l'altra mezza poi programmare un cocktail di veterani e giovani talenti di proprietà.
Intanto le ultime due gare dell'anno, mercoledì a Firenze e sabato con la Roma, richiederanno come si diceva al gruppo crociato di stringere i denti. A partire dalla sera del 25 trascorsa in ritiro a Firenze, ma poi anche sul piano fisico, con elementi non al top per una serie di ragioni.
C'è di bello che né i viola né i giallorossi hanno le caratteristiche che danno fastidio al Parma. Anzi, entrambe le squadre cercando di macinare il gioco e potrebbero offrire discreti spazi alle ripartenze di Gervinho e compagni. A Firenze mancherà Alves, squalificato per somma di ammonizioni, ed è probabile che sia Iacoponi ad accentrarsi di fianco a Bastoni con Gazzola terzino destro. Stulac potrà far rifiatare Scozzarella mentre in avanti potremmo, in ottica tre partite in otto giorni, rivedere Biabiany.
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