Sandro Piovani
Tre stagioni e mezzo da incorniciare per il Parma, volato dalla D alla A a tempo di record ed ora a 25 punti in classifica al termine del girone d'andata. Certamente per Pietro Pizzarotti un percorso da festeggiare, con il 2018 che resterà indimenticabile. Perché lui, oltre a godere dei successi sportivi crociati insieme ai sette soci di Nuovi Inizio, da poche settimane (ufficialmente dal 9 novembre scorso) è presidente del Parma. Lui che, da sempre, «passo più tempo ormai a Collecchio che a casa», quasi a chiedere scusa alla famiglia. Una carica, quella di presidente, accettata quasi come una missione, un atto d'amore. Una passione comunque contagiosa, un crescendo di sentimenti che lo ha portato ad accettare questo incarico. Lo si capisce parlando non solo di calcio giocato ma anche di assetti societari, del socio cinese, del futuro del club, di stadio e centro sportivo. Idee chiare e soprattutto trasparenza, queste le armi vincenti di questo Parma e della sua proprietà.
Quali sono le immagini sportive del 2018 che le sono rimaste negli occhi?
«Non si può non iniziare che dalla serata di Spezia-Parma. Quando il Foggia pareggiò con il Frosinone, io ero nell'antistadio, con il direttore (Faggiano ndr), già pronti psicologicamente a giocarci i play-off. Quando sentimmo esultare la curva, pensai che il Parma avesse segnato il 3-0. Invece arrivò la notizia del pari del Foggia e diventò una serata esaltante ed indimenticabile».
Altri momenti topici?
«Credo proprio contro il Foggia, in casa: arrivavamo da un periodo grigio. C'era stato il loro vantaggio, poi il nostro pareggio. E poi arrivò anche la vittoria (3-1, reti di Calaiò, Siligardi e Ceravolo ndr) e da lì partì la nostra rincorsa alla serie A. Fu uno snodo fondamentale. In serie A fortunatamente ce ne sono tanti di momenti importanti: le vittorie con l'Inter, con il Genoa e è stata un'emozione forte anche la vittoria di Firenze. E poi il gol di Gervinho contro il Cagliari: lì forse ci siamo resi conto che eravamo tornati nel calcio di serie A, un gol tecnicamente incredibile».
Niente trasferte, per ora: si va avanti così?
«Devo dire di sì. Il discorso è semplice. Vivo il calcio in modo abbastanza viscerale, con un'emotività incredibile. E quando sono al Tardini posso camminare, girare, allontanarmi... Smaltire l'ansia. E in trasferta è più difficile farlo. Però in questo 2019 qualche trasferta la farò sicuramente».
Da presidente del Parma cosa chiede a questo 2019?
«L'unica cosa che chiedo al 2019 è quella di poterci salvare e realizzare così il nostro obbiettivo. Siamo in una buona posizione ma manca ancora qualche passo. Anche perché credo che nel girone di ritorno inizi un altro campionato. La strada è ancora lunga e io spero di raggiungere la salvezza il prima possibile per poterci godere le ultime giornate con un po' di tranquillità».
Che mercato sarà per il Parma?
«Abbiamo formato un bel gruppo, tecnicamente ma soprattutto dal punto di vista umano. Come ha detto giustamente nei giorni scorsi mister D'Aversa in questo girone d'andata il nostro top player è stato il gruppo. Per cui stravolgerlo sarebbe un errore. Credo che vada puntellato con due, tre pedine non di più. Quindi sarà un mercato oculato dal punto di vista finanziario ma anche dal punto di vista tecnico, senza cambiare tanto proprio perché il gruppo è molto importante per noi. Cambiando molto si rischierebbe di alterare dei meccanismi che sino ad ora hanno fatto la differenza».
Un gruppo vincente che non è solo quello dei giocatori. Avete lavorato a fondo sull'organizzazione della società. Sin da quando è rinato il club.
«Per prima cosa bisogna ringraziare Marco Ferrari (anima, oltre che socio, di Nuovo Inizio ndr) che ha avuto l'idea, la forza e la passione per far rinascere il calcio a Parma. Siamo partiti da lì. E io, insieme a Marco e Giacomo (il vicepresidente Malmesi ndr), siamo sempre stati vicini alla squadra. Naturalmente cercando anche di adeguarci, anno dopo anno, alle varie categorie. Tra l'altro per rendere più funzionale la società, abbiamo approvato una nuova organizzazione divisa in quattro aree: l'Area Ricavi sotto la responsabilità di Luca Carra; l'Area Servizi & Operations affidata a Stefano Perrone; l'Area Sport affidata a Daniele Faggiano e l'Area Finanza, Amministrazione e Controllo affidata a Valerio Casagrande. Quindi siamo cresciuti molto come club ma noi come soci siamo sempre vicini e partecipi alla vita della società, ma anche al direttore, al mister».
In mezzo c'è stato l'arrivo di un socio cinese (la Desports di Lizhang) che, per un certo periodo, ha avuto la maggioranza ed ora, se non aderirà all'aumento di capitale, di fatto lascerà il club.
«Loro hanno tempo sino al 18 gennaio per aderire all'aumento di capitale e mantenere il 30% delle quote del Parma. Non ci resta che aspettare».
Come si sta evolvendo questo contenzioso?
«C'è un arbitrato in corso. I tempi tecnici credo che siano di sei mesi e quindi a giugno si saprà tutto. C'è un arbitrato dove noi naturalmente pensiamo di avere ragione, perché diversamente non avremmo preso certe decisioni. Il nostro obbiettivo non era quello di tornare ad avere la maggioranza, ma era quello di dare continuità aziendale al club. Che in quel momento ci è parso non ci fosse. Ecco perché abbiamo deciso di fare questo passo, con tutte le ragioni del mondo. Abbiamo agito in totale osservanza degli accordi e della legge e per questo motivo abbiamo promosso il giudizio arbitrale».
E da presidente come è cambiata la sua vita? Che rapporti ha con i colleghi delle altre squadre?
«Dal punto di vista personale non è cambiato niente, io sono una persona molto riservata e lo sono rimasto. Dal punto di vista aziendale poco, ero e sono sempre qui a Collecchio. Con gli altri presidenti ho avuto pochi rapporti, solo nelle sede istituzionali. In Lega li ho incontrati tutti, con rapporti molto cordiali ma per ora solo formali».
Che futuro ha questa società?
«Il Parma come società ha grandi margini di crescita e di miglioramento. Per prima cosa perché è in crescita il calcio italiano e se nei prossimi anni si lavorerà bene, ce ne accorgeremo. E il Parma può ritagliarsi un bello spazio all'interno di questo movimento. Siamo una società sana, la città aiuta a vivere bene il calcio come lo intendiamo noi. Abbiamo buoni ricavi a livello commerciale. E il vivaio sta andando bene. L'esempio da seguire potrebbe essere l'Atalanta e il Parma credo possa arrivare a questi livelli. Vivaio, attenzione ai costi, attenzione ai ricavi. E poi in futuro servirà uno stadio di proprietà».
Il Tardini o un altro impianto?
«Sicuramente il Tardini, è uno stadio metropolitano ma moderno. Ha bisogno di piccoli ritocchi, come le coperture, qualche spazio commerciale in più. Con un investimento calibrato e non eccessivo, può veramente diventare un gioiello».
Non solo il Tardini, anche Collecchio.
«Tornare a possedere il centro sportivo credo fosse un altro dei passi fondamentali da fare. Ora tra l'altro investiremo sugli spogliatoi e le palestre per le giovanili. Questa è la nostra casa».
Intanto state anche cercando un altro socio di maggioranza per il Parma. Già nel 2019?
«Abbiamo affidato il compito all'advisor Lazard di cercare un socio di maggioranza forte che possa garantire lo sviluppo della società. Quando arriverà, arriverà. Noi non abbiamo fretta, i tifosi possono stare tranquilli. Nel momento in cui troveremo un socio che potrà dare un bel futuro al Parma, meglio di quello che possiamo fare noi, allora lasceremo il testimone. E qualcuno di noi, non so se tutti o meno, rimarrà come socio di minoranza. L'importante è che si sappia che noi non stiamo cercando di vendere il Parma a chi lo paga di più ma a chi ci garantirà un buon futuro e stabilità a questa società».
Siete stati bravi a compattare tutte le componenti, dal club alla città sino ai tifosi.
«A livello comunicativo siamo stati molto chiari, sempre. Chiari e diretti: abbiamo sempre quali erano i nostri progetti, con sincerità. E la città lo ha capito e apprezzato».
Che messaggio vuole lanciare ai tifosi, in questo inizio di 2019?
«Mi auguro di arrivare alla svelta alla salvezza per progettare tutti insieme il futuro e poter magari regalare loro qualche vittoria importante. Ci proveremo. La salvezza deve essere vista da tutti come un gran successo».
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata