MICHELE CEPARANO
Due giorni dopo il «folle» sabato sul campo di calcio di Marzolara, non si parla davvero d'altro.
Saranno gli «illustri precedenti» a livello nazionale, sarà che quando ci vanno di mezzo certe parole razziste e quando ci si picchia è quasi logico che certi episodi abbiano degli strascichi. Polemici e non solo.
Ebbene, due giorni dopo quanto è successo, e che la Gazzetta ieri ha riportato, durante e al termine del match del campionato Juniores provinciali tra i padroni di casa del Marzolara e il Fontanellato, continua a tenere banco.
A «botta fredda» questo è però il momento delle indagini, di cui si stanno occupando i carabinieri della stazione di Calestano, e delle puntualizzazioni.
Sul primo fronte, quello cioè delle indagini, i militari stanno sentendo protagonisti della rissa e testimoni per avere un quadro il più chiaro possibile della situazione. Se alcuni tifosi fossero ritenuti responsabili di violenze - che nessuna delle due parti in causa nega che ci siano state - per loro potrebbe anche scattare il Daspo, una misura prevista dalla legge italiana al fine di impedire aggressioni violente nei luoghi degli avvenimenti sportivi, che prevede un minimo di «squalifica» di sei mesi per il tifoso violento. Sul fronte giudiziario, invece, anche se in questo caso si tratta di giustizia sportiva, c'è attesa per le decisioni che, sentito l'arbitro della gara, prenderà il giudice. La sentenza è attesa per il tardo pomeriggio di oggi e c'è chi teme una stangata.
Si diceva anche della ricostruzione dei fatti secondo le due «campane». Alle parole del presidente Meli, che ha spiegato che due suoi giocatori sono stati aggrediti sugli spalti dell'Amoretti, ha risposto qualcuno che ha invece raccontato di come proprio quei due avrebbero molte colpe in ciò che è successo. Prima di raggiungere gli spalti, è stato detto, avrebbero infatti danneggiato gli spogliatoi. Anche questa è una voce che verrà comunque appurata dai carabinieri.
Ultimo ma non certo il particolare meno importante: gli insulti razzisti al giocatore del Fontanellato, originario della Guinea, Maurice Diakite.
La madre di un giocatore avversario, che si trovava in tribuna, ha scritto alla Gazzetta spiegando di avere un video della gara che proverebbe che nessun insulto razzista è stato pronunciato. Le sue parole sono riportate nell'articolo a fianco in cui la donna racconta la sua versione dei fatti.
Già, i fatti. Un pomeriggio da cartellino rosso quello andato in scena sabato scorso nella gara tra Marzolara e Fontanellato, finita 2-2.
Alto il numero degli espulsi, ben cinque, segno di un grande nervosismo in campo colpa anche, secondo alcuni, di alcune scelte arbitrali. Poi gli insulti (veri o meno si vedrà) e la rissa finale con numerose persone coinvolte. Non genitori, però, sostengono altri, ma solamente giovani del paese. Nonostante tutto questo quella di sabato è stata la giornata di Diakite. Stavolta, però, solo dal punto di vista sportivo. Il giovane ha segnato il gol del vantaggio e quello del definitivo pari. Una bella risposta comunque.
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