L'arresto al Parco Falcone e Borsellino dello studente ghanese di 22 anni Emmanuel Bonsu, scambiato per errore il 29 settembre 2008, per il 'palo" di uno spacciatore porta nuove condanne in secondo grado per gli otto vigili urbani responsabili di quel fermo immotivato e violento, in cui il ragazzo fu picchiato e trattenuto per ore in una cella di sicurezza. Condanne rimodulate (alcune maggiorate, altre diminuite): il tribunale di Parma aveva condannato gli otto - accusati a vario titolo di diversi reati tra cui sequestro di persona, lesioni aggravate e falso – a pene dai 2 anni ai 7 anni e 9 mesi. Le pene inflitte oggi ora vanno da un minimo di 2 anni e 10 mesi a un massimo di 5 anni e 6 mesi.
Confermata la provvisionale da 135.000 euro immediatamente esecutiva statuita a carico degli imputati; dichiarato invece inammissibile il ricorso della parte civile che chiedeva un risarcimento al Comune di Parma, la cui responsabilità era già stata esclusa in primo grado. Inammissibile, si legge nel dispositivo, per "il mancato deposito delle conclusioni scritte". Oggi il giovane, come il suo legale Antonia Tollot, non era in aula.
E' una sentenza, quella della Corte d’appello di Bologna (presieduta da Daniela Magagnoli), che in parte incontra le richieste del pg Umberto Palma, che aveva chiesto un leggero abbassamento per i tre imputati condannati in primo grado alle pene più alte, un aggravio per gli altri.
Di fatto è stata alleggerita la pena di Pasquale Fratantuono, l'agente ritratto nella fotografia 'trofeò che fu trovata nel corso di indagini sul suo computer di servizio: nell’immagine compariva assieme a Bonsu che aveva l’occhio sinistro vistosamente tumefatto. Una foto che, assieme alla busta contenente gli effetti personali consegnati al ragazzo con scritto 'Emanuel negrò, suscitò grandissima indignazione nell’opinione pubblica, che portò a rubricare per Fratantuono l'aggravante razzista, imputata anche ad un altro agente. Per Fratantuono nel 2011 c'era stata una condanna a 7 anni e 9 mesi, oggi abbassati a 5 anni e 6 mesi, comunque la pena più alta inflitta oggi. Rimodulazione al ribasso anche per Simona Fabbri, vice comandante del Corpo all’epoca dei fatti, per cui oggi è arrivata una condanna a 5 anni (7 anni e 6 mesi in primo grado) e per Stefania Spotti, condannata a 5 anni (6 anni e 8 mesi in primo grado). Ridotta la pena a Andrea Sinisi (4 anni dai 4 anni e 9 mesi originari), a Giorgio Albertini (oggi 3 anni e 10 mesi, a Parma furono 4 anni e 7 mesi). Aumentata invece la condanna per Mirko Cremonini a 4 anni e 2 mesi (da 3 e 6 mesi), per Marco De Blasi a 4 (3 anni e 4 mesi) e per Graziano Cicinato, a cui oggi sono stati inflitti 2 anni e 10 mesi con revoca della sospensione condizionale e della non menzione (2 anni in primo grado). "Aspettiamo le motivazioni – ha detto il legale del Comune di Parma, Pierluigi Collura – resto comunque convinto della estraneità dalla responsabilità dell’ente".
Com'era andata in primo grado
(fra parentesi le richieste dell'accusa)
SIMONA FABBRI - 7 anni 6 mesi (9 anni)
STEFANIA SPOTTI - 6anni 8 mesi (8 annni,8 mesi)
GIORGIO ALBERTINI - 4 anni 7 mesi (6 e 10)
ANDREA SINISI - 4 anni 9 mesi (6 e 11)
MARCO DE BLASI -3 anni 4 mesi (6 e 10)
GRAZIANO CICINATO - 2 anni (pena sospesa)
MIRKO CREMONINI - 3 anni 6 mesi 8 e 7)
PASQUALE FRATANTUONO - 7 anni 9 mesi ( 9 e 3)
La vicenda
La sentenza di oggi riguarda la vicenda di Emmanuel Bonsu, lo studente ghanese che il 29 settembre 2008 fu arrestato per errore perchè scambiato per il "palo" di un pusher.
Il tribunale, a ottobre 2010, aveva condannato otto vigili - accusati a vario titolo di reati tra cui sequestro di persona, lesioni aggravate e falso – a pene tra i 2 anni e i 7 anni e 9 mesi. L’udienza davanti alla Corte (Magagnoli, Ghedini, Mori) è stata aggiornata alle 15 per la lettura della sentenza.
Gli otto vigili urbani erano stati condannati in primo grado con pene tra i 2 e i 7 anni e 9 mesi per quel blitz antidroga al parco Falcone e Borsellino dal quale Emmanuel Bonsu, allora 22 anni, uscì con un occhio pesto, un forte choc e poi rimase per alcune ore chiuso in cella di sicurezza. Gli imputati (tra cui quello che volle scattare insieme al giovane, pesto, una "foto ricordo") sono accusati, a vario titolo, di concorso in lesioni aggravate, calunnia, sequestro di persona e falsità ideologica, oltre a violenza privata e perquisizione arbitraria nei confronti di due minorenni bloccati durante la stessa operazione.
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