GIAN LUCA ZURLINI
«Bastabuche» era il titolo di un programma di interventi di manutenzione annunciato dall'Anas nei mesi scorsi.
Un programma che, almeno a giudicare dalle condizioni disastrose dell'asfalto nella tangenziale Nord di Parma e nella variante alla via Emilia con il nuovo ponte sul Taro, da queste parti non è nemmeno arrivato per sbaglio.
UN ASFALTO «GRUVIERA»
In questo caso la definizione di «asfalto gruviera» non è certo una forzatura giornalistica, ma rispecchia fedelmente quella che è la situazione della pavimentazione stradale nel tratto di tangenziale che parte dallo svincolo di via Vallazza (anch'esso in condizioni pietose, ma di competenza del Comune) e arriva fino all'immissione sulla «vecchia» via Emilia a Castelguelfo. Quello che si presenta alle migliaia di veicoli che lo percorrono ogni giorni è un «campionario» di tutti i dissesti possibili. Le immagini che pubblichiamo in pagina, e che sono una minima parte di quelle scattate ieri mattina, rendono bene l'idea del «disastro manutentivo». Ci sono punti in cui l'asfalto nuovo, posato su quello vecchio, è letteralmente «saltato», creando binari pericolosi soprattutto per moto e scooter, ma anche per la stabilità delle auto. Ci sono poi altri punti in cui invece l'asfalto si è diviso in «zolle», a testimonianza di un sottofondo con grossi problemi di stabilizzazione. E, per finire, ci sono anche punti in cui si trovano classiche «buche», vale a dire punti in cui asfalto e sottofondo sono saltati.
LE POSSIBILI CAUSE
Il problema è letteralmente «esploso» dopo il gelo, la neve e la pioggia battente dei giorni scorsi che hanno impietosamente evidenziato l'assoluta carenza della manutenzione in quello che è uno dei tratti più trafficati dell'intera rete stradale del Comune. Una serie di concause che, dopo il lungo periodo di siccità fra metà dicembre e metà gennaio, ha reso il passaggio su quei circa 5 chilometri di carreggiata degno di un piccolo «Camel Trophy», con slalom più o meno impossibili tra le buche che punteggiano il tratto di tangenziale. Da segnalare però che in diversi punti a «saltare» è stato asfalto che era stato steso nei mesi scorsi, come evidenzia il fatto che è ancora relativamente scuro. Indice di una posa non troppo accurata, visto che ora sulla carreggiata sono rimaste parti dell'asfalto vecchio che si alternano a quello nuovo, creando l'«effetto gruviera» ben visibile.
«VARIANTE» NATA MALE
Molto evidente è poi il dissesto nella variante a due corsie che comprende il nuovo ponte sul Taro. Una variante aperta al traffico circa 20 anni fa che però da subito ha evidenziato problemi nella tenuta del sottofondo mai risolti e che con il maltempo si evidenziano in modo clamoroso.
MANUTENZIONE CARENTE
In attesa di interventi risolutivi, va poi rilevato come anche le strisce, molto utili in caso di nebbia, siano pressoché ovunque sbiadite e quasi invisibili. E addirittura in tratto del viadotto sulla Parma, dove l'asfalto è stato rifatto a settembre, siano del tutto assenti. E qui sarebbe il caso di intervenire con urgenza, visto che si tratta «solo» di segnaletica orizzontale.
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