Il decimo anno accademico del Collegio europeo si apre in un momento particolare e difficile per il nostro continente. Ma si deve guardare avanti con coraggio e con forza per rilanciare quegli ideali europei che hanno consentito progresso e benessere a milioni di persone negli ultimi decenni. E' il messaggio che il presidente della Fondazione collegio europeo di Parma Cesare Azzali ha voluto lanciare ieri, in occasione dell'inaugurazione del decimo anno accademico del Dase all'Auditorium del Carmine, durante la quale sono anche stati ricordati l'ex presidente della Fondazione Cariparma Carlo Gabbi, «sostenitore e amico del Collegio europeo» e il maestro Claudio Abbado.
«La lunga crisi economica - ha sottolineato Azzali - ha creato un clima difficile in un continente che vive sì una pace lunga e impensabile in tante altre parti del mondo, ma anche una condizione economica poco felice che ha portato molti a individuare negli ultimi l'Europa più come un ostacolo che come un'opportunità». Di fronte a questo scenario, tre sono le prospettive possibili: «La prima è che l'Europa prosegua nell'integrazione con gli stessi principi utilizzati finora, che però hanno evidenziato diversi limiti, la seconda è che con la prosecuzione di una crisi che sulle persone ha avuto gli stessi effetti devastanti di una guerra si arrivi alla dissoluzione delle istituzioni europee. La terza, che è quella auspicabile - ha detto Azzali - è che le classi dirigenti europee trovino la forza e il coraggio per unificare non solo moneta sistema bancario, ma anche politica estera, e difesa comune, unica possibilità per dare vero futuro e sviluppo all'Europa comunitaria». Quanto alle difficoltà «anche il Collegio le sta vivendo per il calo di risorse e finanziamenti per gli investimenti. Sarebbe però un grave errore non proseguire sulla strada di un'istituzione che guarda al futuro e che forma persone competenti e con un respiro europeo. I prossimi anni saranno determinanti per capire se la nostra esperienza potrà andare avanti, come io ovviamente auspico, ma per poterlo fare occorrerà anche l'impegno delle istituzioni europee, oltre che di quelle nazionali che fin qui hanno fatto la loro parte». In precedenza il direttore scientifico Alfonso Mattera aveva ricordato la figura di Erasmo da Rotterdam, «europeista vero vissuto 600 anni fa e precursore di tanti passaggi degli ultimi decenni», mentre per le istituzioni avevano portato il proprio saluto il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, l'assessore alla Formazione della Regione Patrizio Bianchi e l'assessore al Bilancio del Comune di Parma Marco Ferretti. g.l.z.
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