Contratti d'affitto a canone concordato, si cambia. Nei giorni scorsi le principali organizzazioni dei proprietari immobiliari e degli inquilini, insieme all'assessore comunale ai Servizi sociali Laura Rossi, hanno sottoscritto un nuovo accordo sui canoni concordati per il comune di Parma, che sostituisce a tutti gli effetti il precedente accordo, che risaliva al 2003. La novità – è bene chiarirlo – riguarderà solo i nuovi contratti e solo le locazioni ad uso abitativo (comprese quelle per studenti universitari e quelle di natura transitoria).
A partire da ora, quindi, è possibile anche nel comune di Parma procedere alla stipula di nuovi contratti secondo quanto previsto dal recente accordo, a cui hanno aderito numerose sigle: Ape-Confedilizia, Sicet Cisl, Apia Confconsumatori, Adepi, Appc, Sunia, Assocasa.Cisal, Asppi e Uniat Uil. Com'è noto, il canone concordato da una parte garantisce all'inquilino un affitto calmierato, dall'altra assicura al proprietario significativi sgravi fiscali (a cui si aggiungono ulteriori agevolazioni sul fronte Imu da parte del Comune di Parma).
L'intesa mantiene ancora la suddivisione del territorio comunale in tre zone (che praticamente rimangono invariate rispetto a prima): centrale, intermedia e periferica. In ogni zona viene stabilito il canone di locazione minimo e massimo, in base ai parametri oggettivi della singola unità immobiliare. Per quanto riguarda gli importi, come spiega il presidente di Confedilizia Parma Mario Del Chicca, «a fronte di un adeguamento dei valori al metro quadrato inferiore all'aumento del costo della vita, i canoni che ne scaturiscono sono più bassi dei valori di mercato e soprattutto vengono premiati gli alloggi di qualità migliore rispetto a quelli di qualità più modesta». Da parte delle organizzazione firmatarie c'è soddisfazione per l'intesa raggiunta, anche se, precisa Del Chicca, «il giudizio definitivo sul nuovo accordo sarà dato, come sempre, dal risultato pratico dello stesso. Se a Parma si stipuleranno molti nuovi contratti di locazione vorrà dire che è stato fatto un buon lavoro, in caso contrario, evidentemente, no».
Di «accordo equilibrato» parla Corrado Turilli, segretario del sindacato degli inquilini Sunia, che evidenzia come «potrà portare a una riduzione dei canoni per gli alloggi di qualità più scadente, mentre potrà premiare quei locatori che affittano alloggi nuovi o migliori, o che investono nella ristrutturazione». Turilli richiama l'attenzione anche su un ulteriore aspetto: quello che prevede che per stipulare questo contratto e avere diritto ai relativi sgravi fiscali sarà necessaria un'attestazione da parte di una delle associazioni firmatarie, che certificheranno all'Agenzia delle entrate la correttezza delle caratteristiche dell'alloggio indicate nel contratto stesso (zona, fascia qualitativa e metratura). «Finalmente – osserva Turilli – con l'attestazione potremo avere un controllo capillare sulla corretta applicazione dei canoni concordati e sarà più difficile che ci siano applicazioni scorrette dell'accordo».
r.c.
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