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Cessione Parma: il giorno della verità

Cessione Parma: il giorno della verità

19 Dicembre 2014, 10:12

Rimbalza da Parma a Napoli, l’ennesimo comunicato di Pietro Doca. La cessione del club, che sembrava cosa fatta sino a due giorni fa, è saltata. O perlomeno è in forte dubbio. E ieri, giorno di Napoli-Parma, quando tutto sembrava concentrarsi sul calcio giocato, ecco che l’attenzione dei tifosi, ma anche dei dipendenti del Parma ed inevitabilmente anche della squadra, è tornata su questo tema che sembrava già archiviato. O che perlomeno aspettava solo l’ufficializzazione con una conferenza stampa annunciata per oggi pomeriggio. Conferenza che ci sarà, comunque.

Ma andiamo con ordine. Il riassunto delle puntate precedenti è simile al peggior film di fantascienza: prima l’annuncio dell’accordo con tanto di nome del nuovo presidente, tal Pietro Doca orefice in Lodi; poi le dichiarazioni di gioia e felicità dello stesso neo-presidente; poi il dietro-front di Doca («nessun accordo, non sarò presidente, per ora il club è ancora di Ghirardi»); poi il comunicato del presidente (?) Ghirardi («ho avuto rassicurazioni dagli acquirenti, è tutto ok»); poi la conferma della conferenza stampa indetta per oggi alle 18, con tutti i protagonisti presenti.

Secondo giorno di crisi: il presidente Tommaso Ghirardi annuncia, attraverso le reti Mediaset, che la conferenza è confermata esattamente come il passaggio di proprietà. «L’accordo è stato ratificato dal notaio Posio – ha dichiarato Ghirardi -. Il problema è solo del signor Doca, un problema che dovrà risolvere con gli azionisti».

Colpo di scena? Tutto concluso? Il pessimo sceneggiatore di questo film si è stancato di scrivere amenità e lascia che tutto torni alla (presunta) normalità? Certo che no. Nelle redazioni arriva il comunicato bis di Doca, redatto dal suo addetto stampa personale: «Ad oggi non sono alla guida del club Parma Calcio, non sono il proprietario e non sono il presidente della società emiliana, come invece è stato scritto sugli organi di informazione». E prosegue: «La trattativa verrà ufficialmente conclusa se ci saranno i giusti presupposti. Pertanto al momento non intendo partecipare ad alcuna conferenza stampa ma ne verrà indetta una quando e se verrà stipulato il passaggio di proprietà tramite atto notarile».

Pietro Doca va oltre e si rivolge direttamente alle tante persone che in questi giorni hanno parlato e scritto, e lo fa parlando di sé: «Al solo scopo di tutelare la mia stimata attività di oreficeria in Piacenza, che ha rapporti con importanti clienti, mi rivolgo ai giornalisti che hanno divulgato informazioni con tono che definirei insidioso contribuendo a creare un’immagine ambigua del sottoscritto. Al fine di evitare errate interpretazioni, tengo a precisare che dall'età adolescenziale ho vissuto in una stimata e benestante famiglia lodigiana, famiglia di orefici dal 1947. Al mio fianco è da sempre presente il mio padrino Giuseppe Novazzi (farmacista) e la mia madrina Danila Rizzi (orefice). Si tratta di una famiglia meravigliosa alla quale va il merito di quello che sono diventato oggi».

Parole che ribadiscono lo stop alla conclusione dell’affare. In mezzo a tutta questa sarabanda ci sono i tifosi, tra l’allibito, l’incredulo e l’incazzato.

Sta di fatto che dal sito del Parma scompare il nuovo organigramma. Pietro Leonardi ieri pomeriggio prima dell’inizio della gara, sembrava ferito, costernato, «come in un incubo». Poi no comment.

A Parmatoday ha parlato invece l’avvocato Fabio Giordano che sarebbe, a questo punto il condizionale è d’obbligo, il nuovo vicepresidente esecutivo del club.

«Se in un patto siamo d’accordo e ci si stringe la mano, è formalmente fatto. Ora attendo notizie e mi rimetto a quello che decidono loro (venditore e acquirente ndr). Io ho accettato, non ho ancora firmato ma non ho problemi a farlo visto che ho dato la mia disponibilità».

Che accadrà ora? Sembra che questo pomeriggio, alle 18 come programmato, il presidente Ghirardi voglia spiegare tutto, assistito dal notaio Posio. Se l’affare salterà, ci sarà comunque da approvare il bilancio entro fine anno e trovare nuove finanze, nuovi acquirenti o concessioni di credito che siano. Diversamente inizierà un periodo buio, che potrebbe portare il club al fallimento. Club che finirebbe in amministrazione controllata per andare poi all’asta. Non ci vogliamo nemmeno pensare, anche se, scevro da debiti, il Parma potrebbe avere più pretendenti. Comunque vada, oggi sarà un’altra giornata campale. r.sp.

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