PAOLO GROSSI
Domenica scorsa, com'era stato preannunciato, Roberto D'Aversa ha tagliato il traguardo delle 100 panchine in gialloblù. La cifra comprende 98 gare di campionato (28, playoff compresi, in Lega Pro, 42 in B, 28 in serie A, 2 in Coppa Italia) e gli assicura l'ingresso nel ristretto club dei suoi colleghi che, nell'era moderna, hanno messo assieme almeno cento panchine con il Parma. Per la precisione (e alcune fonti però ne tengono conto) quelle di D'Aversa sarebbero 99, perché nel 2017 a Mantova dovette andare in tribuna per squalifica, ma non sottilizziamo troppo. In fondo l'allenatore del Parma era comunque lui.
Sono adesso cinque i tecnici così longevi alla guida dei crociati. Di gran lunga davanti a tutti c'è Nevio Scala, il cui ciclo è durato sette indimenticabili anni, dal 1989 al 1996. Il primo in serie B, gli altri in A e tutti conditi da prolungate esperienze nelle Coppe europee in Coppa Italia.
Per numero di presenze secondo arriva Giorgio Sereni, che è stato a Parma in due diversi periodi. Prima dal 1972 al '75: subentrò a Tom Rosati e lasciò il posto, (conquistata la promozione in B del '73 con tanto di Seminatore d'argento), dopo il caso-Verona e annessa squalifica, a Renato Gei. Ernesto Ceresini poi lo richiamò in panchina per la stagione 1980-81, annata però piuttosto mediocre in terza serie.
Poi c'è Roberto Donadoni, subentrato nel gennaio del 2012 a Colomba, e poi alla guida dei coricati sino al termine della fallimentare, in ogni senso, stagione 2014-2015. Un allenatore sempre molto misurato, che miscelava gl insegnamenti di due maestri come Sacchi e Capello ma anche quelli di Liedholm. Più che i Colombo o i Desailly, infatti, a centrocampo gli piacevano elementi dai piedi buoni e così si spiegano le conversioni a play maker di Valdes e Marchionni o l'impiego di Floccari come «regista d'attacco». E' stato l'ultimo a spremere succo calcistico da Antonio Cassano e, non dimentichiamo, a riportare il Parma in Europa League nel 2014, traguardo vanificato poi dalle finanze irregolari del club, all'epoca in mano a Ghirardi.
Oltre quota cento anche Alberto Malesani (71 in A e ben 35 nelle Coppe) ingiustamente inviso a tanti tifosi ma in realtà per molti versi precursore di nuovi metodi di lavoro e e di gioco. Se lo scudetto a Parma non è mai arrivato, le sue colpe, credeteci, sono minime.
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