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Erica, la SMania di vivere più forte della malattia

14 Maggio 2015, 08:33

Alessandro Merlini

Il 15 settembre del 2006 è una data che Erica Brindisi non dimenticherà mai. Quel giorno infatti le è stata diagnosticata la sclerosi multipla, una malattia ancora inguaribile che porta a una progressiva paralisi degli arti.

Originaria di Foggia e fidentina d’adozione, 35enne, Erica non prende in considerazione neanche per un secondo l’idea di accettare una lenta sentenza di morte. Soprattutto lei che aveva sempre danzato, non aveva certo l’intenzione di smettere. Allora decide di giocarsi una partita per la vita alla pari con la malattia, su un campo amico: quel palcoscenico. Che conosce bene. Non perde tempo e allestisce lo spettacolo «SMania di Vivere» che diventa il suo modo di dire al mondo: «Io sono malata».

Durante le esibizioni la sua compagna inseparabile diventa una stampella, uno strumento odiato ma inevitabile, prima o poi, per chi è affetto da questa patologia. Eppure su quel palcoscenico diventa il simbolo dell’andare avanti, della reazione contro l’ineluttabile. Como, Milano, Parma, San Remo, Genova, Principato di Monaco e in un’altra ventina di località lo spettacolo è un successo.

Viene poi ospitata dalle tv nazionali (Rai e Mediaset) da Maurizio Costanzo, Lorella Cuccarini, Paola Perego, Fabrizio Trecca e diventa coprotagonista dello speciale Tg1 «L’eclissi».

Musica, danza, poesia e solidarietà si fondono insieme (parte degli incassi sono devoluti all’Aism, l’associazione italiana sclerosi multipla) e con questi alleati Erica riesce a lanciare un’opera di profonda sensibilizzazione. «E’ inaccettabile che ancora oggi alcuni credano che sia una malattia infettiva - denuncia - le persone devono conoscere di cosa stiamo parlando. Noi malati non abbiamo fatto niente di male e dobbiamo condividere il nostro peso».

Ogni appuntamento si divide in tre parti: la scoperta della malattia e la sensazione di vuoto, l’accettazione del proprio stato («Convivere con la malattia è possibile») e la «vittoria», non intesa come guarigione ma come consapevolezza del poter riuscire ad esprimersi in modo incondizionato.

E’ proprio in questo modo che si dovrebbe leggere la storia della sua malattia: una vittoria. L’impegno nel sociale di Erica non si esaurisce però al solo spettacolo ma la vede impegnata quotidianamente nella veste di avvocato come consulente legale del centro di servizio per il volontariato «Dar Voce» di Reggio Emilia: «Faccio assistenza ai soggetti che si vogliono costituire in associazioni o enti del terzo settore e li guido nel marasma della burocrazia italiana».

Da settembre è stata inoltre selezionata per partecipare al corso di DanceAbility a Roma, l’unico attualmente riconosciuto per riuscire a insegnare a gruppi di danza integrati (persone normodotate e con disabilità). Anche il suo compagno Giuse Rossetti è parte integrante delle sue attività: è consigliere provinciale della sezione Aism di Parma e co-regista del suo spettacolo. «Ci siamo conosciuti quando già stavo male, è il mio faro - spiega la 35enne – quando sto bene è lui che mi ricorda di godermi ogni attimo e di non passare il tempo a pensare alle crisi in agguato».

Il 24 maggio «SMania di Vivere» andrà in scena a Corcagnano al teatro Ennio Magliani e vedrà la partecipazione delle allieve di Studio Danza Fidenza, guidate dalla direttrice artistica Cinzia Longhi. Alla fine della serata Erica si fermerà a parlare con il pubblico: «Nei periodi di disabilità grave il mio pallino restava quello di andare in scena per dire a chi è malato di non fermarsi e di continuare a seguire la propria passione». Più di uno spettacolo: un inno alla vita e alla tenacia da non perdere.

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