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Ligabue da record

20 Settembre 2015, 03:08

Paride Sannelli

REGGIO EMILIA

E' come prima? No si è montato. Ognuno sceglie la tua verità…». Anche a cercarlo nei testi delle sue canzoni, non è facile circoscrivere il rapporto che lega Ligabue a Campovolo e che ieri sera ha partorito una festa per 150 mila; la terza in dieci anni di celebrazioni sull’aviosuperfice reggiana. Anzi, la quarta se si considera pure la Woodstock della solidarietà «Italia Loves Emilia» per le vittime del sisma del 2012.

Certo è che avvenimenti come questo rappresentano per l’autore de «Il sale della terra» il massimo sfogo di un ego ipertrofico, alimentato nelle ultime stagioni a colpi di concerti nei palasport, negli stadi, nei club ai quattro angoli del pianeta, oltre che la consacrazione di un album fortunato come «Mondovisione», arrivato provvidenzialmente sul mercato tre anni fa ad archiviare i bilanci in chiaroscuro del predecessore «Arrivederci mostro». Evento doveva essere ed evento è stato. Già perché a scegliere «la tua verità», oltre a stampa, radio e siti web, ha contribuito largamente Ligabue stesso col bombardamento social riversato sul suo popolo a colpi di post, tweet e comunicati stampa. Sdoganato al rock da King Crimson, Clash, Iron Maiden e, soprattutto, dai 146 mila richiamati nel ‘97 dal Pop Mart Tour degli U2, l’aeroporto di Reggio è diventato nella memoria collettiva la capitale di Ligaland grazie proprio alle epiche imprese canore del rocker, abituato a rilanciare ad ogni nuova occasione con un senso della (dis)misura capace di fare concorrenza a quello di Bono & Co. Bastava alzare lo sguardo ieri oltre il mare di braccia protese verso la cattedrale di luce su cui il vate di Correggio celebrava il suo rito, immutabile come la Messa tridentina, per rendersi conto che Luciano è la proiezione delle sue canzoni tra i dubbi, le aspirazioni e le urgenze di ognuno. Un prontuario sentimentale sfogliato inizialmente con storielle di provincia dentro e fuori il borgo ma poi fatto scivolare, disco dopo disco, in fondo all’anima con autobiografismo sempre più marcato.

Un percorso ben delineato dalla progressione dello show e soprattutto dalle esecuzioni integrali del primissimo album «Ligabue» con i ClanDestino, la band che l’accompagnava venticinque anni fa, e di «Buon compleanno Elvis» con La Banda, di cui ricorre invece il ventennale. Un tuffo folgorante nel passato anche se il tempo passa per tutti e, come ovvio, ciò che è stato può essere rievocato ma non rivissuto. Un viaggio da «Balliamo sul mondo», anzi «Eroi di latta» come si chiamava nel provino originale poi trasformato «nel racconto di un mondo che mi andava stretto e della mia voglia di evadere», a «Piccola stella senza cielo», con l’introduzione all’armonica di Max Lugli, a «Seduto in riva al fosso», con Pippo Guarnera all’Hammond, a quella «Con la scusa del rock’n’roll» conclusa dai fuochi d’artificio. In mezzo una «Buon compleanno, Elvis!» con il pupazzo gonfiabile del re del rock già utilizzato nei tour degli anni Novanta, e «Buonanotte all’Italia» con il caleidoscopio di personaggi entrati sottopelle ad intere generazioni come Alberto Sordi, Anna Magnani, Enrico Berlinguer, Fabrizio De Andrè, Federico Fellini, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Marco Pantani, Massimo Troisi, Pino Daniele, Sandro Pertini, ma pure parenti e amici volati via come il primo produttore Angelo Carrara, come il padre Giovanni «Giuanin» Ligabue, come il giornalista Stefano Ronzani. Ma pure contemporanei come Roberto Saviano, Mina, Papa Francesco, Dario Fo, Samantha Cristoforetti. Quaranta brani quasi tre ore e mezzo di musica. Oltre 150 mila spettatori, 7 milioni e mezzo di euro d’incassi (a fronte di un costo fra i 5 e i 6 milioni), il più alto mai registrato da un artista italiano nel nostro paese.

Le emozioni dei parmigiani

Il concerto è iniziato alle 20.30, ma l'avventura Campovolo è partita molto prima. Molti i parmigiani in trasferta: pur di essere all'evento hanno accettato i disagi di un viaggio breve ma a rischio di code, rallentamenti e caldo.

Pierfrancesco è arrivato con un collega: «Sono qua perché seguo Ligabue dal suo esordio. Questo è il mio primo Campovolo ma è il suo terzo concerto che vedo nel giro di un anno. Penso che sarà un'esperienza unica, qui nel Pit A (l'area sotto il palco, ndr) si vede discretamente bene... Le mie canzoni preferite, e che canto anche facendo parte di un gruppo di karaoke e piano bar, sono "Piccola stella senza cielo", "Ho messo via" e "Ci sei sempre stata"».

Andrea era a Campovolo con la fidanzata Carmela e alcuni amici. «Sono a questo concerto perché è un evento imperdibile per tutte le persone a cui piace il Liga. E in più vuoi mettere stare in mezzo a 150.000 mila persone, che emozione! E' il secondo Campovolo a cui partecipo. La mia canzone preferita in assoluto è "Certe notti", mi sembra uno spicchio delle serate che si facevano in compagnia e che ogni tanto accadono ancora. C’è anche "Tu sei lei", che dedico assolutamente alla mia ragazza Carmela». Per la stessa Carmela, Campovolo è «un evento imperdibile a cui tutti i fan di Ligabue non possono mancare! Non è la prima volta che vengo a Campovolo, avevo molte aspettative ed entusiasmo, la giornata è stata fantastica! La canzone che ora preferisco è "Non ho che te" ma, che dire, anche "Certe notti" è indimenticabile».

Elisa è al massimo: «Il Liga non poteva deludere 150 mila persone! Tutte le sue canzoni mi piacciono, ma quella che più mi sento mia è "Piccola stella senza cielo". Questo è uno spettacolo unico, soprattutto per il contesto in cui si svolge, sono carica». Per Ilaria, Ligabue «è una passione. Lo ascolto da quando ero piccola, non mi sono mai stancata e credo che mai lo farò. La sua musica è una melodia che entra nel cuore e nella mente e che ti fa sempre emozionare in modi diversi. Ogni concerto è una storia da raccontare; una bellissima storia. Questa è la seconda volta che partecipo ma sicuramente non sarà l’ultima. E’ difficile scegliere una canzone preferita in mezzo a tutte canzoni belle... direi "Piccola stella senza cielo"».

Pietro è un chitarrista ed è a Campovolo con la fidanzata Samantha; è lei la vera fan di Ligabue. «Io sono qui – dice Pietro – solo per sentire Max Cottafavi e Niccolò Bossini...». «Per me – prosegue Samantha – è un sogno che si realizza, un perfetto regalo di compleanno, fatto da una persona speciale che sa quanto adori il Liga. E’ il mio primo Campovolo e siamo partiti in mattinata per essere davanti al palco, perché le cose o si fanno bene o non si fanno. E’ complicato scegliere solo una canzone, ma direi "Non è tempo per noi", che mi accompagna fin da bambina e sempre attuale». «La mia canzone – termina Pietro – è "Sarà un bel souvenir", malinconica e con una cadenza molto particolare».

Connessioni in tilt

Troppi tentativi di accessi e la rete non ha retto alla carica dei 150mila. Solo pochi ieri dal Campovolo hanno potuto mandare foto e selfie in tempo reale. Le difficoltà si sono evidenziate fin dal pomeriggio. Parecchi hanno lamentato anche pessime condizioni dei bagni.

Code e rallentamenti

Il Campovolo ha comportato code e rallentamenti in autostrada. Più di 400 persone soccorse per malori. Tragica invece la fine di Nunez Zuniga Rodrigo Efraim, 38 anni, morto ieri mattina a Rivalta, alla periferia sud di Reggio Emilia, in uno schianto frontale. La vittima, di origine Argentina, si è scontrata con un’auto con a bordo tre ragazzi diretti al concerto, rimasti lievemente feriti. Dai primi riscontri, pare che il 38enne non avesse la cintura di sicurezza allacciata.

Va derubricato nel capitolo disagi il rumore: a Reggio c'è chi si è lamentato della potenza dell'impianto di amplificazione rivolto verso la città.

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