Laura Frugoni
Un albanese intercettato dai carabinieri mentre cede eroina a un tunisino. Li bloccano entrambi: arresto faticoso, il tunisino alza le mani sui militari. Ma è roba di routine per chi giorno e notte dà la caccia ai pusher. In questo caso a fare sollevare il sopracciglio è piuttosto il luogo dove i due stranieri sono stati arrestati: il parcheggio di via Volturno. Posto che ormai certi scambi avvengono nei luoghi più impensati, quel parcheggio selvaggiamente zeppo di auto non rientra nella mappa che conosciamo a menadito (da viale Piacenza a piazza della Pace). E' comunque da anni al centro di proteste e polemiche per un motivo risaputo: l'assedio quotidiano dei parcheggiatori abusivi, in prevalenza nigeriani, di cui periodicamente la gente segnala aggressività e prepotenze.
Il risvolto dello spaccio in pieno giorno (l'arresto è avvenuto nel primo pomeriggio di venerdì) getta un altro fascio di luce opaca su questo parcheggio, frequentatissimo per cause di forza maggiore. Sugli orli del maxi-spiazzo brulicante di auto ci sono l'ingresso della facoltà di Medicina e l'entrata della Torre dell'ospedale. Le lettere al giornale ormai non si contano, sul problema si sono fatti sentire anche esponenti politici («e se ci fosse un racket a dirigere le pattuglie?»). Dopo qualche periodico giro di vite gli sciami diminuiscono, ma poi il panorama torna identico.
Forse i due personaggi arrestati venerdì avevano scelto per caso di trovarsi in via Volturno, o forse l'ambigua fauna che pattuglia il parcheggio ha fatto sì che diventasse appetibile anche per i pusher. Di sicuro non erano lì per caso i carabinieri che stavano facendo un giro in zona: l'obiettivo era proprio tener d'occhio i forzati dell'obolo (come d'altra parte fanno anche le altre forze dell'ordine, in verità con scarsi risultati: i parcheggiatori abusivi sono allenati al nascondino, appena i lampeggianti si allontanano l'ondata delle cavallette ricomincia). In quei due personaggi dai movimenti loschi e inequivocabili ci sono praticamente inciampati. Avvistato lo scambio furtivo, i militari si sono avviati verso il tunisino che però non ne voleva sapere di mollare i suoi 5 grammi di eroina. Trovandosi in trappola, ha reagito menando le mani. Mentre i carabinieri erano impegnati con lui, l'albanese con una mossa furtiva ha buttato dietro una macchina il resto della scorta (altri 5 grammi di eroina). Pensava di avere dimezzato il danno, e invece anche la sua ultima mossa era stata intercettata. Arrestato lui per spaccio, il tunisino per resistenza a pubblico ufficiale. Essendo la faccenda piuttosto complicata da gestire, pochi minuti dopo è arrivata in supporto una Volante della questura: i due sono stati caricati in macchina e portati via sotto gli occhi di numerose persone. Per poco non ci scappava l'applauso, un «era ora» con la ola.
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