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Pizzarotti e le consultazioni M5s: "C'è gente sconosciuta, mai attiva sul territorio"

Pizzarotti e le consultazioni M5s: "C'è gente sconosciuta, mai attiva sul territorio"

03 Aprile 2014, 11:49

Il sindaco: "Non so che competenze possano esprimere. Spero siano premiate invece quelle persone conosciute sul territorio" . E sulle Province: "Riforma pasticcio"


BOLOGNA, 1 APR – "E' un dato di fatto che in tutti i territori si è candidata gente che noi non abbiamo mai visto. Questo non è un valore aggiunto o un valore negativo, ma questo vuol dire che non si sono spesi per il territorio. Non so quali competenze possano esprimere rispetto ai temi da portare avanti. E' vero che sono temi europei però l’attivismo è sempre stata una delle basi fondanti del movimento. E in questo modo viene un pò fatto cadere". Così il primo cittadino di Parma, Federico Pizzarotti, ha risposto ai giornalisti che a Bologna gli chiedevano un commento sulla modalità di selezione dei candidati del Movimento 5 Stelle per le elezioni europee.
Per Pizzarotti, comunque, molto dipenderà anche dal risultato delle consultazioni online: "Spero siano poi premiati invece quelle persone conosciute sul territorio. Diversamente, perchè dovrei votare uno sconosciuto? Avere avuto un controllo del territorio dava un valore aggiunto per un tessuto di attivismo territoriale, questo è venuto sicuramente a mancare con questa modalità".

Pizzarotti ha spiegato che, per le elezioni europee, "si parla di una macroarea ma per la prima votazione a livello regionale si potevano raccogliere le candidature con un pò più di tempo. Siamo arrivati un pò troppo a ridosso delle elezioni, si poteva costruire una rete territoriale con l’impegno di tutti per avere un rapporto più diretto con le rappresentanze".
Modalità che per il sindaco a 5 stelle sono comunque migliori di quelle dei partiti: "Guardando il bicchiere mezzo pieno rispetto a quei nomi sconosciuti che propongono i partiti che decidono tra loro sulla base della spartizione, penso sia un grande passo avanti per l’Italia".
Pizzarotti, rispondendo alle domande dei cronisti, ha spiegato che, invece, nelle amministrative sul territorio "sono tutte persone che conosciamo, quindi attivisti di lungo e medio corso. Difficile" avere la stessa conoscenza "per elezioni più ad ampio raggio dove basta essere iscritto". L’attivismo, come la conoscenza, "è importante, non deve essere un vincolo o un veto o un endorsement. Deve essere sapere che quando c'è da fare i banchetti a meno tre ci sei anche tu. Altrimenti presentarsi alle europee è un contesto sicuramente più comodo rispetto alle regionali o alle elezioni dei piccoli comuni dove c'è tanto lavoro ma poco conosciuto dal punto di vista mediatico". Il rischio è "dare più spazio a persone che potrebbero cambiare idea e potrebbero non avere valori così consolidati a lungo termine. Dissapori nel movimento? Credo che sia più mediatico che reale".

 

PIZZAROTTI E LA RIFORMA DELLE PROVINCE: "UN PASTICCIO"

"Per adesso, comunque, è un pasticcio". È questo il giudizio del primo cittadino di Parma, Federico Pizzarotti, sulla riforma delle province di cui si sta discutendo in Parlamento. "Non so quale amministratore – ha detto da Bologna – specie tra città capoluogo, possa essere d’accordo con una riforma che vede una centralità dei comuni all’interno delle Province, ma quindi anche un ulteriore lavoro senza una certezza delle deleghe e delle risorse".
Il sindaco emiliano spera comunque in "un’evoluzione di questa riforma. Diversamente tutti i sindaci di città capoluogo dal primo gennaio saranno anche presidenti della Provincia. Con un problema oggettivo di tempo disponibile per approfondire le tematiche e per risolvere i problemi dei cittadini".
Quanto al problema dell’assenza di un’elezione diretta nei nuovi enti, per Pizzarotti "c'è un problema di rappresentanza rispetto ai comuni in cui si è stati eletti. Ma il problema che io vedo è soprattutto quello del tempo. Perchè non era questo il taglio delle Province che noi da sempre portiamo avanti. Quello era un taglio che doveva rivedere complessivamente gli enti. Mentre l’ente rimane – ha concluso – complessivamente intatto. Capiremo come i dipendenti verranno smistati. Per adesso è comunque un pasticcio".

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