GIORGIO CAMISA
ALBARETO È scomparso nella notte di martedì scorso Giovanni Riccoboni, autotrasportatore 52enne di Groppo di Albareto, rapito dalla morte nel sonno in un’area di servizio alla periferia di Chiasso in Svizzera.
Giovanni stava riposando nella cuccetta dell’autoarticolato che guidava da sempre, e avrebbe dovuto raggiungere come in altre occasioni Lugano per una consegna di materiali tecnologici ad un’azienda del posto.
Dopo qualche ora passata con alcuni compagni camionisti che erano in viaggio come lui, Giovanni aveva cenato e, poco dopo, si era ritirato all'interno della cabina del suo camion per riposare alcune ore prima di riprendere la via per Lugano. Stando a quanto hanno raccontato alcuni colleghi che avevano tentato di contattarlo, Giovanni non aveva più risposto alle telefonate così pure alla ditta destinataria del materiale che doveva consegnare.
Ad allertare la polizia Elvetica sono stati un collega di Giovanni e i destinatari in attesa del carico. Qualche ora dopo è arrivata la telefonata al nipote di Giovanni, Davide Riccoboni sindaco del comune di Albareto da parte della polizia Svizzera: il camionista è stato trovato senza vita all'interno del suo camion. La triste notizia che che ha sconvolto la numerosa famiglia dei Riccoboni, si è diffusa a macchia d’olio in tutta la Valtaro e la Valceno.
Ora la salma è ancora a disposizione delle autorità Elvetiche per gli accertamenti del caso ma pare scontato che la morte sia dovuta ad un arresto cardiocircolatorio o ad un altro malore improvviso. L’autotrasportatore di Groppo di Albareto era molto apprezzato in zona sia per la sua professionalità che per il suo altruismo.
Nato a Borgotaro il 28 agosto del 1966, terzo dei cinque fratelli della famiglia del compianto partigiano Ubaldo Riccoboni, non era sposato e viveva con la madre 85enne a Groppo di Albareto.
Era un appassionato di motori e anche domenica scorsa aveva trascorso il suo ultimo pomeriggio di riposo nella sua piccola officina con un amico per riparare il suo trattorino. Fin da giovanissimo aveva scelto la professione del camionista, aveva lavorato in proprio e poi con diverse ditte di autotrasporti. Con i suoi “bisonti della strada” aveva percorso migliaia di chilometri, l’autotreno era la sua casa. Giovanni lavorava da qualche tempo per l’azienda di autotrasporti parmense TaroTrans ed era partito proprio dalla sede di Fontanellato lunedì mattina per Lugano. Giovanni era un alpino e ne andava fiero, di carattere apparentemente burbero ma di cuore tenero, era un uomo di compagnia, generoso e disponibile. Lascia la mamma Maria, la sorella Raffaella, i fratelli, Giorgio, Massimo e Alberto, tanti nipoti tra i quali il primo cittadino di Albareto Davide.
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