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Un selfie e cade la statua di Peppone

Un selfie e cade la statua di Peppone

04 Gennaio 2019, 09:54

EGIDIO BANDINI

BRESCELLO C’era voluta l’alluvione, per allontanare il Peppone in carne e ossa da Brescello: per far partire dalla piazza quello di bronzo è bastato l’eccessivo entusiasmo di un gruppo di turisti che il 31 dicembre scorso volevano farsi fotografare accanto al ritratto a grandezza naturale del sindaco più famoso del cinema italiano. Troppo facile ipotizzare che, forse minato dalle recenti sconfitte elettorali del Pd, erede del suo Partito Comunista, Peppone fosse indebolito a tal punto da cadere sotto la semplice spinta di un manipolo di “selfisti anonimi”, come li chiama Francesco Gabbani: il grosso sindaco del paese di “Mondo piccolo” ne aveva viste di peggiori. La sconfitta alle elezioni del ‘48, con il tramonto dell’idea di concretizzare la “rivoluzione proletaria”, il mancato sorpasso del 1974, la vittoria di Berlusconi nel 1994 contro la “gioiosa macchina da guerra” del Pds, a sua volta antenato dell’attuale Pd.

In realtà, però, solo nel 2001, cinquantenario del “ciak, si gira” per il primo film della saga con Fernandel e Gino Cervi, la statua di bronzo di Peppone era stata collocata come contraltare a quella di don Camillo, posta al lato opposto della piazza, davanti alla chiesa. Per questo, forse, i precedenti insuccessi non avevano pesato sulla stabilità del sindaco “rosso”, galvanizzato poi, come migliaia di italiani, dai successi a raffica di Matteo Renzi. C’è chi giura, da quelle parti, che addirittura Peppone avesse spiccato un seppur piccolo salto, quando Renzi superò il 40% dei consensi alle Europee del 2014. Poi il referendum costituzionale, le dimissioni del “rottamatore”, la crisi del partito, la sconfitta alle politiche del 4 marzo 2018.

Tutto questo ha fatto sì che la pur forte fibra del sindaco comunista cedesse sotto i colpi del turismo di massa, costringendolo a lasciare, seppur temporaneamente, il suo posto davanti al municipio, dal quale era solito uscire per incontrare (o affrontare) don Camillo che, da parte sua, lo aspetta a piè fermo nell’altro angolo della piazza.

L’attuale sindaco di Brescello, Elena Benassi, ha rassicurato cittadini e turisti: molto presto Peppone tornerà al proprio posto, più solido e robusto di prima: «Un gruppo di turisti si è appoggiato alla statua per fare delle foto e Peppone è caduto all’indietro. Loro stessi lo hanno subito rimesso in piedi – dice il sindaco – noi da principio abbiamo provveduto a posare delle transenne, ma poi abbiamo rimosso la statua per motivi di sicurezza. A giorni, però, la ricollocheremo, rendendola più stabile. Don Camillo in compenso – rimarca il primo cittadino - è decisamente stabilissimo!».

Dunque i nostalgici del sindaco comunista per antonomasia dovranno portare ancora un po’ di pazienza o, se proprio non ce la facessero, passare l’Enza e scendere a Coenzo: di fronte alla chiesa Peppone fronteggia solidissimamente don Camillo, sopra al cartiglio che recita “Le ideologie dividono, il cristianesimo unisce”. Quello che diceva sempre il Crocifisso dell’altare maggiore.

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