Andrea Violi
Da Parma alle Ande per fotografare le stelle, in un cielo sempre limpido, dove di notte la luna è al massimo dello splendore, tanto che bisogna proteggersi gli occhi. Alberto Ghizzi Panizza e Stefano Conti lo hanno fatto, durante una «missione fotografica» per conto della Nikon. Se non hanno toccato il cielo con un dito, poco ci manca. E la sensazione provata è bellissima.
L'invito è arrivato da Massimo Tarenghi, costruttore ed ex direttore degli osservatori astronomici di Alma e Paranal, in Cile. Tarenghi ha conosciuto Ghizzi Panizza a un workshop. «Dovevamo portare una macchina fotografica per Expo, in modo che a Milano si possano scattare foto in tempo reale del cielo del Cile», spiega Ghizzi Panizza. L'esperimento è riuscito. Nel padiglione cileno di Expo si potrà quindi osservare e immortalare il cielo delle Ande, con una visuale notturna mozzafiato.
Ghizzi Panizza e Conti sono stati in Cile 9 giorni: «Abbiamo posizionato una macchina fotografica fornita da Nikon Italia, per fare prove di trasmissione per Expo - spiega Alberto -. Siamo stati anche in videoconferenza con rappresentanti dei ministri e ambasciatori del Cile: hanno potuto scattare foto» dall'ufficio. E' un progetto inedito, che avrà sviluppi. Gli osservatori hanno una webcam all'esterno, da sostituire. In futuro saranno installate due macchine fotografiche speciali per riprendere in tempo reale sia l'ambiente circostante sia il cielo. Conti e Ghizzi Panizza hanno sperimentato in prima persona ciò che il nuovo sistema eseguirà automaticamente. E per la prossima estate i due parmigiani sono già stati invitati a tornare.
Paranal è a 2.600 metri, Alma è a 5.100 metri. Alma è un gruppo di radiotelescopi che fotografano lo spazio profondo: è stato scelto questo luogo - l'Atacama, il deserto più arido del mondo - perché qui il cielo è sgombro da nubi. L'esperienza sarà impossibile da dimenticare. «Siamo entrati in contatto con scienziati di altissimo livello che usano apparecchiature fra le più avanzate al mondo - racconta Alberto -. Stanno costruendo un telescopio enorme, con un diametro di 39 metri: servirà per cercare vita su altri pianeti». Conferma Stefano Conti, che è rimasto colpito «dal clima di collaborazione e rispetto fra coloro vivono a Paranal». Conti ha apprezzato l'accoglienza di Tarenghi, guida d'eccezione nelle strutture e nelle escursioni in zona.
Esperienza bellissima per entrambi, però salire fino a quota 5mila comporta rischi e disagi fisici... «E' stato abbastanza traumatico - spiega Alberto -. Si può salire ma bisogna ambientarsi. Noi invece dopo un giorno siamo andati a vedere i radiotelescopi. Avevamo anche le bombole di ossigeno. Si può stare poco a quota 5mila: gli scienziati stessi dopo 6 ore si danno il cambio. Noi eravamo entusiasti, abbiamo fatto le foto e non ci siamo accorti che in realtà ci siamo affaticati tantissimo. Abbiamo avuto nausea, vomito, mal di testa molto forte...».
La tentazione di rincasare prima è svanita in fretta e la missione è continuata nella «cittadella» dell'osservatorio. Visto che la città più vicina si trova a 500 chilometri, a Paranal ci sono campi sportivi, biblioteca, cinema, piscina e un modernissimo albergo (usato anche per uno dei film della serie 007), dove alloggiano anche gli scienziati. Per arrivare a Paranal si fa un viaggio in aereo e jeep. Un tragitto che Ghizzi Panizza e Conti hanno intenzione di ripetere. Con l'entusiasmo della prima volta.
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