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Amministratori "infedeli": centinaia di palazzi a rischio

Amministratori "infedeli": centinaia di palazzi a rischio

01 Dicembre 2015, 10:43

Luca Pelagatti

Le lettere sono state infilate, a mano, nelle cassette della posta di centinaia di condomìni della provincia. Il mittente è Iren. I destinatari sono coloro che in quei palazzi abitano. L'oggetto è di quelli che mai vorresti leggere: sollecito di pagamento.

Si scrive condominio, si legge fregatura. Dopo gli articoli dei giorni scorsi della «Gazzetta» che ha svelato come alcuni amministratori di immobili della città abbiano svuotato conti correnti e «dimenticato» per anni di pagare le utenze arrivano purtroppo altre conferme. E quello che pareva un sasso che rotola si sta trasformando in valanga. Da milioni di euro.

«Nel nostro caso -spiega il residente di una palazzina di Fornovo - ci troviamo in una situazione surreale. L'amministratore ha assunto l'incarico e poi è scomparso. Non ha pagato le utenze, non si è occupato di fornitori e manutenzione. Lo abbiamo cercato per telefono ma non risponde. Insomma, sembra svanito. E non sappiamo neppure se sul conto corrente condominiale ci siano ancora i soldi versati».

«Il nostro amministratore, invece, qualcosa ha fatto - aggiungono, col tono di chi non perdona, alcuni abitanti di Collecchio. - In un anno ha fatto sparire i soldi lasciando tutto da pagare. Si tratta di qualche decina di migliaia di euro. E ora dovremo rimettere mano al portafoglio per coprire i debiti». Insomma, dalla città alla provincia. E ritorno. E in mezzo ci sono sempre conti che non tornano.

«Dopo i vostri articoli abbiamo ricevuto tantissime richieste di informazioni e di consulenza», ammette Orlando Manghi, presidente della Associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari. - E abbiano avuto conferma che ci sono molte situazioni a rischio».

Già, quante? Difficile dirlo con certezza. I già citati solleciti di Iren sono migliaia ma tra questi ci sono quelli - e sono la gran parte - che riguardano piccoli ritardi definiti «fisiologici», morosità per intoppi nella riscossione e problemi nella gestione delle rate. Ovvero ordinaria amministrazione. Ma quello che preoccupa è lo straordinario. E qui si parla di buchi profondi come baratri.

«Sappiamo di almeno cinque o sei professionisti della gestione di condomini che hanno accumulato debiti preoccupanti-, si mormora a mezza voce tra gli addetti ai lavori. - Si tratta di studi che gestiscono spesso decine o centinaia di condomini. Il conto quindi, per quanto fatto a spanne, è semplice: riteniamo che i palazzi a rischio siano almeno un centinaio».

Allarmismo ingiustificato? Sembra proprio di no, visto che dopo le prime denunce alla autorità giudiziaria per appropriazione indebita si sta muovendo anche la Guardia di Finanza. Gli uomini delle fiamme gialle, tra le altre cose, stanno raccogliendo elementi su un buco da oltre 200mila euro lasciato da un amministratore in un grosso palazzo di via Verdi. Mentre il calcolo del denaro rimasto sul conto del condominio dopo il passaggio dell'amministratore è immediato: zero euro.

«In questo caso si tratta di conti svuotati mentre in altri casi i problemi sono di diversa natura», ammette un amministratore di lungo corso. Che il nome sul giornale preferisce non vederlo. «Ci sono diverse tipologie di problemi. In alcuni casi gli amministratori, ad esempio, non convocano anche per anni l'assemblea. Chi abita nei palazzi, per ingenuità o timidezza, preferisce non protestare e alzare la voce. Continua a pagare senza eccepire: e alla fine rischia di avere brutte sorprese. In altri casi ci troviamo di fronte a vere e proprie beffe: so di alcuni che fanno emettere da artigiani e fornitori fatture a loro nome e non a nome del condominio. Poi, in un secondo tempo presentano una seconda fattura. Inutile dirlo: aumentata in modo ingiustificato».

Il catalogo, insomma, è sterminato. E la soluzione difficile da trovare. Ma su una cosa tutti concordano. «In caso di ammanchi accertati occorre denunciare il responsabile alle autorità- concludono all'Asppi. - Molti invece rinunciano per timore delle spese legali, per la percezione della lentezza della legge. Ma invece è fondamentale chiedere alle forze dell'ordine di accertare la verità».

Senza farsi soprattutto abbindolare dalle promesse: i residenti di una palazzina di via Brambilla aspettano da agosto i soldi che l'amministratore ha promesso di rendere. Ma nessuno li ha visti.

L'altro professionista responsabile dell'ammanco in via Verdi ha fatto di più: ha fatto contattare il nuovo amministratore che lo ha sostituito da un sedicente avvocato che ha proposto un accordo. «Ritirate la denuncia. Vedrete che tutto si aggiusta» ha suggerito. Poi è sparito senza lasciare neppure un recapito. Le bugie, si dice, hanno le gambe corte. Chi racconta frottole, invece, è assai rapido a scomparire.

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