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«Con il cuore nella nostra terra senza pace»

di Luca Molinari

08 Ottobre 2015, 11:56

Curdi: una quarantina in totale, tuttavia c'è chi vive a Parma da oltre dieci anni: «Ormai tutto è pronto per far nascere la nostra associazione in città»

Il sogno (che dovrebbe avverarsi a breve) dei curdi parmigiani è di dar vita a un’associazione che li riunisca. Sono circa una quarantina le persone di origine curda presenti sul nostro territorio e alcuni di loro vivono a Parma da oltre dieci anni. Dopo tante difficoltà sembra che anche questo popolo possa dar vita a una associazione per promuovere attività ricreative, ma soprattutto per inviare aiuti alla martoriata terra curda. «Il mondo ha iniziato a conoscerci quando è iniziata la guerra in Siria - afferma Ali EkberSultan, referente dei curdi del nostro territorio -: prima di allora pochissime persone sapevano della nostra esistenza. Oggi molte persone conoscono la situazione che i nostri confratelli vivono nelle terre da cui molti di noi sono scappati e ci aiutano in vari modi». Fino ad oggi i curdi di Parma si sono ritrovati soprattutto nella sede del Ciac o di Forum Solidarietà. «Abbiamo finalmente preparato le carte per dar vita a un'associazione anche a Parma - annuncia Ali EkberSultan, che si trova a Parma da dodici anni e lavora in un negozio che vende kebab, pizza e specialità curde -. Penso che ci affilieremo a una realtà che ha sede a Livorno e che si chiama "Mezzaluna Rossa Curda". Si tratta di qualcosa di simile alla Croce Rossa, per intenderci». I curdi di Parma si ritrovano per fare festa insieme in vari momenti: la data più importante è il 21 marzo, in cui si celebra la festa della liberazione. Ciò che preme maggiormente ai curdi presenti a Parma è però essere di aiuto a chi è rimasto nelle loro terre martoriate. «La situazione è molto pesante - confessa Ali EkberSultan - nella nostra terra vive l’orrore della guerra da quarant’anni. Milioni di curdi hanno dovuto lasciare la loro terra nel corso del tempo». «Ultimamente - prosegue - abbiamo organizzato varie iniziative per inviare aiuti umanitari e sostenere la realizzazione dell’ospedale di Kobane. I parmigiani ci stanno aiutando, e diverse associazioni sono da sempre al nostro fianco. Il nostro desiderio è quello di dar vita a un’associazione anche per poter avere dei contatti ufficiale con il Comune e gli altri enti istituzionali, per far comprendere a tutti la situazione che da sempre viviamo». L’Isis da tempo attacca varie città curde, tra cui Kobane. «I curdi sono sempre stati pacifici e hanno sempre trattato tutti con grande rispetto - afferma Ali EkberSultan -. Ma non abbiamo paura dell’Isis, vogliamo lottare e liberare il nostro territorio da questi integralisti». La speranza di Ali EkberSultan è di poter tornare un giorno nel proprio paese. «Per problemi politici non posso - conclude -, ma la mia speranza è di poter tornare a cassa e vivere in pace e democrazia».


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Quel grande popolo senza uno Stato

La popolazione curda era storicamente suddivisa in grandi tribù patriarcali. Le stime sono discordanti ma si presume che i curdi siano in totale tra un minimo di venti e un massimo di cinquanta milioni, per lo più suddivisi tra l’attuale Turchia, l’Iraq e la Siria. E’ ritenuto il più grande gruppo etnico privo di un’appartenenza statale. Il cosiddetto Kurdistan - una sorta di stato fantasma assente dalle cartine geografiche - si sviluppa per un vasto territorio che comprende parte dell’attuale Turchia, della Siria, dell’Iraq e dell’Iran. Negli anni, i curdi hanno condotto più d’una battaglia nel tentativo di strappare autonomia ai vari Paesi in cui erano stati sparpagliati. Questo ha portato ad episodi di forte e sanguinosa repressione nei confronti della popolazione curda.


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