Quattordici miliardi di euro. Il più grande buco nero della storia europea.
La radiografia di Parmalat è presto fatta. Nel 2003 lo scandalo, ma ci sono voluti undici anni per arrivare alla sentenza definitiva del filone principale. E' il 7 marzo 2014, quando la Cassazione chiude (quasi) definitivamente la storia: decine di anni di pena ai vari imputati. Ma nessuno dei protagonisti principali del default è attualmente in carcere, grazie a indulto, età, (sacrosante) condizioni di salute e mesi già scontati in custodia cautelare.
A partire dall'ex patron, Calisto Tanzi, che - considerando le condanne nei vari filoni processuali - ha accumulato oltre 37 anni. Un conto che dovrà essere ricalcolato dalla Corte d'appello di Bologna, valutando i reati in continuazione, ma che comunque sarà salato. L'ex numero uno di Parmalat, 77 anni il prossimo novembre, sta infatti scontando la pena ai domiciliari nel reparto di Lungodegenza del Maggiore: il venerdì, però, lascia l'ospedale, passa il fine settimana a casa e rientra il lunedì mattina. Venti giorni fa, inoltre, ha ottenuto un permesso dal magistrato di Sorveglianza per far ritorno nella villa di Fontanini, dove rimarrà ancora per oltre un mese.
Tanzi è in ospedale dal marzo 2013: era finito in carcere il 5 maggio 2011, dopo la condanna definitiva a 8 anni e 1 mese per aggiotaggio, ed era rimasto in cella 673 giorni. Nove mesi - tra carcere e domiciliari - gli aveva già scontati dopo l'arresto, nel dicembre 2003. Più volte il tribunale di Sorveglianza aveva detto no alla richiesta di domiciliari, fino a due anni e mezzo fa, quando aveva dato il via libera alla detenzione in ospedale, proprio per le sue critiche condizioni di salute.
A rischio carcere rimane solo Fausto Tonna, l'ex direttore finanziario di Parmalat. Nel marzo dello scorso anno, infatti, la Cassazione aveva disposto un nuovo appello nei suoi confronti per il ricalcolo della pena. Così, da 9 anni, 6 mesi e 20 giorni, la condanna è scesa lo scorso gennaio a 7 anni e 9 mesi. Ma manca l'imprimatur della Cassazione affinché diventi definitiva. E se dovesse essere confermata, per Tonna potrebbero aprirsi le porte del carcere: pur scalando i 3 anni dovuti all'indulto e i mesi passati in custodia cautelare, la pena residua non gli consentirebbe di beneficiare subito dell'affidamento ai servizi sociali. Ma anche lui potrebbe - forse - nel giro di poco tempo ottenere i domiciliari. G. Az.
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