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Il dopo-Napolitano: la parola ai parmigiani

04 Gennaio 2015, 10:19

Katia Golini

L'addio di Giorgio Napolitano al Colle è ormai alle porte. E il toto-presidente impazza. Anche Parma ha le sue preferenze. Volti noti in città, esponenti della società civile, politici, amministratori, rappresentanti di associazioni e istituzioni entrano nel gioco e dicono la loro. Un risiko decisivo per il nostro Paese, che appassiona tutti. E che riserva tante sorprese e idee illuminate. Si passa dai nomi in voga nel dibattito nazionale - Romano Prodi, Enrico Letta, Emma Bonino e Walter Veltroni - a nomi nuovi, mai entrati nell'agone: Renzo Piano, Umberto Eco, Raffaele Cantone e anche l'ex ministro Paola Severino, Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky e Alex Zanardi.

Come sempre, nell'imminenza di una votazione presidenziale, torna in auge il nome di Emma Bonino. Donna, radicale, amata in Europa, la vorrebbe al Quirinale Roberto Ceresini, direttore della libreria Feltrinelli di via Farini: «Sarebbe la prima donna presidente della Repubblica, è giovane rispetto alla media dei presidenti che abbiamo avuto finora e, credo, tutti potrebbero essere d'accordo sul suo nome». La Bonino piace anche a Paolo Buzzi , capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale: «Il futuro è donna. Sicuramente la Bonino».

A favore di un'elezione in rosa anche Martino Traversa, presidente della Fondazione Prometeo e direttore artistico di Traiettorie: «Vedrei bene una donna. Paola Severino, per esempio. Guardasigilli del governo Monti, sarebbe perfetta nel ruolo di mediazione complicato e delicato come quello di presidente della Repubblica. La Severino è forte, capace e preparata. Perfetta».

Dalla parte delle donne anche la deputata del Pd Patrizia Maestri: «Non faccio nomi. Vorrei che il nuovo presidente della Repubblica ne capisse di politica, prima di tutto. Se fosse una donna, poi, meglio ancora. Certo non una qualsiasi».

Massimo Iotti, neo consigliere regionale del Pd, pensa prima di tutto a un intellettuale: «Il numero uno per me sarebbe Umberto Eco. Se deve toccare a un politico penso a Walter Veltroni e Pier Luigi Bersani».

Anche Veltroni, in effetti, piace. Lo vedrebbe bene al Quirinale Filippo Fritelli, presidente della Provincia: «Lo considero una persona equilibrata, di garanzia per tutti, con un passato politico serio da amministratore e da uomo di governo».

L'ex segretario Pd va a genio anche a Roberto Ghiretti, consigliere comunale di Parma Unita, che però apre la rosa: «Veltroni sì, ma anche Enrico Letta e Romano Prodi sarebbero ok. Persone equilibrate, competenti, esperte. Perfetti servitori dello Stato».

La schiera dei sostenitori dell'ex presidente del Consiglio si amplia. Si schiera per lui l'imprenditore Giampaolo Dallara: «Spero proprio che possa essere Prodi. E' competente, autorevole, serio, conosce i problemi dell'economia, ha ottime relazioni internazionali ed è indipendente: non deve rendere favori a nessuno».

In linea Aluisi Tosolini, preside del liceo Bertolucci: «Ho due speranze, entrambe impossibili: vorrei al Colle colui che è stato abbattuto da 101 franchi tiratori due anni fa; e vorrei anche che costoro venissero allo scoperto».

Sta con Prodi anche Andrea Gambetta, presidente della Fondazione Solares: «Dopo il torto ricevuto dalla carica dei 101, sarebbe giusto che il prossimo presidente fosse Prodi. Ma anche un garante come Stefano Rodotà sarebbe gradito».

 

 

Il presidente del Borgo Paolo Scarpa fa la sintesi di varie posizioni: «Il cuore mi direbbe Prodi o la Bonino. Temo però che alla fine prevarrà una soluzione di compromesso. Veltroni potrebbe essere un'alternativa di spessore e una novità per ragioni anagrafiche, abbiamo sempre avuto presidenti molto anziani».

Guardano alla società civile le «signore» della Pilotta. Mariella Utili, soprintendente per i Beni storico-artistici di Parma e Piacenza, pensa a un senatore a vita, conosciuto nel mondo grazie alle opere da architetto realizzate in ogni angolo del globo: «Renzo Piano» dice decisa. Sabina Magrini, direttrice della biblioteca Palatina, lancia un nome di garanzia: «Direi Raffaele Cantone, trasversale e simbolico. Oggi abbiamo più che mai bisogno di simboli».

Sposa l'idea del magistrato, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, l'imprenditore Marco Ferrari: «Cantone mi sembra davvero “super partes”. Vedo però favorito Prodi, che però divide il Paese».

Voterebbe per un «eroe normale», un esempio di coraggio e forza, l'imprenditore Mauro Del Rio: «Un auspicio provocatorio, il mio: vorrei Alex Zanardi. Serve una scossa. Oggi, tra un leader e un arbitro-costituzionalista, abbiamo più bisogno di un leader».

D'altro avviso Mario Lavagetto, insegnante, traduttore, intellettuale, che vedrebbe bene Gustavo Zagrebelsky, giurista, giudice e presidente emerito della Corte Costituzionale: «Persona di alto profilo e competenza. Una scelta impossibile, ma è la persona che io vorrei al Colle. Un esperto conoscitore della Costituzione sarebbe l'ideale».

Il sindaco Federico Pizzarotti pensa che l'impegno civile sia la caratteristica necessaria e torna su un «vecchio amore» dei 5 Stelle: «Io spero sempre in Stefano Rodotà, persona di grande integrità morale oltre che di spessore politico e culturale».

Preferiscono non fare nomi, ma indicare una rotta, il senatore Giorgio Pagliari e il deputato Giuseppe Romanini , entrambi del Pd. «Non ho la sfera di cristallo - dice Pagliari -. Oggi mi sembra prematuro fare nomi. Al momento posso solo augurarmi una soluzione rapida». «Non ho nomi da fare - la posizione di Romanini -. L'importante è che onori il nostro Paese proprio come ha fatto il presidente Napolitano».

Nicola Dall'Olio, capogruppo democratico in consiglio comunale, fa il nome del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio: «Al di là degli auspici penso che Delrio possa essere una candidatura probabile. Figura equilibrata che potrebbe aggregare. L'importante sarebbe che la figura individuata sia ampiamente condivisa».

Fabio Rainieri, Lega Nord, vice presidente del consiglio regionale, gioca in casa e fa un nome secco: «Roberto Maroni».

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