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Il perdono dei frati

Il perdono dei frati

01 Luglio 2015, 11:39

Luca Molinari

Parma si è stretta attorno ai frati dell’Annunziata dopo la profanazione dell’antico crocefisso della chiesa (ridotto in frantumi contro uno dei muri delle cappelle laterali nella mattinata di lunedì).

Ieri tantissime persone - a partire dal vescovo Enrico Solmi (che nei prossimi giorni celebrerà una messa riparatrice all’Annunziata) - hanno manifestato la loro solidarietà ai religiosi, che hanno rivolto un sentito ringraziamento alla città.

«Ringrazio di cuore – ha dichiarato padre Andrea Grossi, superiore dell’Annunziata - tutti coloro che ci hanno manifestato la loro solidarietà, a seguito del brutto gesto compiuto nei confronti del crocifisso. Grazie alle tante persone semplici che sono passate nella nostra chiesa e per chi si è offerto di restaurare il crocifisso danneggiato. Ringrazio anche l’Arma dei Carabinieri che, seppur senza denuncia, è venuta a interessarsi del problema».

«La comunicazione di questo gesto – ha aggiunto - non voleva creare né allarmismi né reazioni scandalizzate, ma mostrare all’autore, che la città di Parma sa farsi solidale e opporsi alla violenza. Questo è molto importante, perché anche gli animali predatori, prima di tutto isolano le loro vittime. Noi siamo insieme».

I frati dell’Annunziata non serbano rancore nei confronti dell’autore del gesto sacrilego. «La fraternità dei Frati Minori dell’Annunziata – ha concluso padre Grossi - perdona di cuore l’autore del brutto gesto e prega per lui o lei. Il Signore risani il suo cuore».

Le ipotesi su chi possa aver compiuto un simile gesto sono molteplici. C’è chi ritiene possa essere opera di un pazzo e chi invece si possa ricollegare al fanatismo religioso. Non si può escludere nemmeno la strada che porta al satanismo.

Per monsignor James Schianchi, vicerettore della Steccata, non si è trattato di un incidente casuale: «Potrebbe trattarsi di un gesto di odio religioso – ha dichiarato -. Ci sono forme di islamismo “eretiche”, ossia esterne all’Islam tradizionale, che vanno contro la croce in quanto tale. Si tratta di persone che nutrono un odio verso il cristianesimo, perché ci considerano degli idolatri che fanno delle immagini di Dio e credono in modo blasfemo».

Esistono varie forme di satanismo più o meno sommerse. «L’autore di questo gesto – ha aggiunto monsignor Schianchi – potrebbe essere una persona legata a qualche setta». Difficile pensare che si tratti di un gesto contro i frati. «Se fosse stato un gesto diretto ai frati – ha osservato monsignor Schianchi – perché non compierlo nell’area del monastero anziché proprio in chiesa e contro la croce. Personalmente ritengo che sia un gesto diretto alla croce, pensato per colpire un simbolo religioso in quanto tale».

Di diverso avviso don Umberto Cocconi, cappellano dell’Università, che lo scorso anno ha subito il furto sacrilego del tabernacolo della chiesa del Campus. «Penso al gesto di una persona disturbata – ha affermato – Fatico a pensare che sia legato a questioni religiose. Potrebbe essere stato un disperato che ha compiuto un raptus contro il crocefisso per esternare la propria rabbia. Collocherei questo gesto al disagio sociale più che a una profanazione».

Don Alfredo Bianchi (Ufficio beni culturali ecclesiastici) ha precisato che gli atti vandalici all’interno delle chiese sono un evento rarissimo. «I furti purtroppo non mancano – ha spiegato – ma fatti come quello dell’Annunziata accadono molto di rado. Il crocefisso ridotto in frantumi è del Settecento e, al di là del valore economico, ha un grande significato religioso».

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