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In 500 contro il centro profughi

In 500 contro il centro profughi

09 Luglio 2015, 12:48

Chiara Pozzati

Centro d’accoglienza profughi: Baganzola «s’infiamma» per dire no. O, meglio, in realtà ad alzare l’asticella della tensione è stato un drappello di antagonisti, pochi ma agguerriti, che ha tacciato i partecipanti di razzismo. Eppure poco meno di cinquecento fiaccole hanno sfilato pacificamente per esprimere il proprio dissenso all’allestimento della struttura nell’ex scuola di Castelnuovo, già al centro del ciclone da mesi.

Ma alle etichette il Comitato Golese Sicura proprio non ci sta: «Qui non si tratta di razzismo – mette i puntini sulle “i” Davide Portaro –. Il fatto è che, come dimostrano i precedenti, la questione non viene gestita nel modo giusto. Nessuno si è degnato di coinvolgerci e quello che rischiamo di ottenere è una novella piazza della Pace». E rispunta il tema della latitanza del Comune, che «non solo non ci ha mai risposto anche quando abbiamo chiesto un incontro ufficiale, ma soprattutto non ha chiarito i termini, i numeri e i progetti per seguire queste persone».

Così, forti delle oltre 800 firme raccolte in poco meno di un mese, il sodalizio invade le strade del paese. E per essere una manifestazione silenziosa – a parte i cori “vergogna” degli anarchici – sono in tanti ad aver qualcosa da dire. «L’impressione è netta. Altro che accoglienza, l’amministrazione vuole semplicemente “decentralizzare” il problema: scaricandolo su una periferia che già ha il suo bel da fare» si sfoga un’impiegata. Qualcuno è ancora più diretto: «Non vogliamo diventare un ghetto», si lascia sfuggire un signore sulla cinquantina. «Io abito nel quartiere da 45 anni e sono qui stasera (ieri, ndr) perché sono stanca, stanca della mancanza di onestà da parte delle istituzioni».

A marciare fianco a fianco trovi di tutto: dalla casalinga allo studente, dal bottegaio alla famigliola. Anche la presenza di alcuni esponenti di Casapound («arrivati come liberi cittadini, non c’è un orientamento politico», ricordano gli organizzatori) non sfugge ai giovani di estrema sinistra approdati in strada Baganzola. Per la cronaca, di bandiere o simboli politici nemmeno l’ombra: è più facile incappare in passeggini. Eppure, a giudicare dal dispiegamento massiccio di forze dell’ordine, ci si aspettava tensione: «Spesso e volentieri qualcuno strumentalizza queste libere manifestazioni per trovare il motivo di attaccare», spiega una coppia di 50enni, fiaccola in pugno e idee chiare. Invece tutto fila liscio: il corteo marcia tranquillo per le vie del quartiere. «Speriamo che questo serva anche a smuovere l’amministrazione».

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