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L'anziana aggredita: "Quegli attimi di terrore"

L'anziana aggredita: "Quegli attimi di terrore"

05 Aprile 2015, 11:39

Luca Pelagatti

E' evidente: certe cose non le dice solo perché è Pasqua. Le dice perché ci crede, perché le pensa davvero. E allora fa ancora più effetto sentirgliele ripetere. Perché Pia, stesa nel letto del quinto piano della Ortopedia del Maggiore, un femore spezzato e i segni sulla pelle di quell'agguato cattivo, non cede alla rabbia, comunque prova a sorridere. E a ribadire la sua forza, il suo testardo ottimismo. «Io non auguro il male a nessuno, neanche a chi mi ha ridotto così», spiega la vittima della brutale aggressione dell'altra sera davanti alla sua abitazione di borgo Retto.

Al bandito quel colpo ha fruttato il contenuto del portafoglio della donna, forse duecento euro. A Pia, ottanta primavere sulle spalle, una prognosi di almeno quaranta giorni. E lividi ovunque. Anche se non sono quelli che adesso fanno più male.

«Io non so perché mi abbia assalito in quel modo, forse aveva bisogno di soldi», prosegue l'anziana che conosce bene quella fetta di stradine del centro tra il Duomo e viale Mentana. «Spesso qui intorno capita gente che ti ferma, ti chiede denaro. Se mi avesse detto che aveva davvero bisogno forse qualcosa glielo avrei dato. Ma questo no, non è giusto. Io non porto rancore ma spero che paghi per il suo gesto».

Già, sarebbe giusto. Ma di indizi buoni per l'indagine quasi non ce ne sono. E anche la vittima ha ben poco da raccontare a chi deve investigare.

«Io ero stata in Duomo per i riti della Pasqua e stavo rientrando a casa. Erano più o meno le 20.30 e ho infilato la chiave nella toppa, ho aperto la porta di casa. Allora mi sono sentita spingere». Meglio, buttare a terra. L'aggressore infatti, le è arrivato in silenzio alle spalle e ha usato tutta la sua forza gettando Pia contro il portoncino. L'anta si è aperta, la donna è finita a terra. E la botta l'ha lasciata quasi tramortita.

«Ho battuto con tutto il corpo ma è la gamba che mi ha fatto subito male. Non ho potuto nemmeno provare ad alzarmi, non ce l'ho fatta». Ma tanto non sarebbe servito. L'uomo, velocissimo, si era già sporto in avanti, aveva afferrato la borsetta ed era scappato via. «Non ho quasi avuto il tempo di vederlo in faccia. Mi sembra fosse di carnagione chiara ma sinceramente non ricordo molto altro. Temo che se lo incontrassi non saprei forse nemmeno riconoscerlo».

E sarebbe strano il contrario. Pia non pensava certo di essere in pericolo tornando a casa, sulla solita strada, dopo la messa. Il bandito invece era forse in caccia da un po'. E quando ha notato l'anziana ha compreso di avere di fronte una vittima praticamente disarmata. Così ha agito, svuotato in tutta fretta il portamonete e lo ha abbandonato poco lontano, in strada Sant'Anna, dove è stato ritrovato nella stessa serata. Quando Pia era appena arrivata al Pronto soccorso. «Io non riuscivo a muovermi, ho chiesto aiuto, ho impiegato un po' a farmi sentire». Per fortuna, dopo circa una ventina di minuti, una vicina dell'anziana è rientrata e l'ha trovata a terra. Subito ha allertato il 118 e chiamato le suore Chieppine di piazzale San Giovanni che Pia conosce bene. E anche loro sono accorse in borgo Retto per vedere cosa fosse successo. Quindi la corsa con l'ambulanza e le visite in Ortopedia. Il referto è pesante. E ora ci vorrà tempo e tanta pazienza per rimettersi in piedi.

«Sto aspettando mio fratello che abita lontano da Parma ma tanto non ho molte alternative, devo restare qui - prosegue Pia sfogliando la «Gazzetta», quasi incredula di essere diventata suo malgrado protagonista di una amara storia da prima pagina. «Sono cristiana, non posso portare rancore ma sono anche molto amareggiata. Ripeto non auguro il male a nessuno. Ma spero che questa persona venga trovata. Non tanto per me, a me ormai è già successo. Ma perché non ci sia nessun altro che si trovi nella mia stessa brutta situazione.

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