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La fidentina Sara Loreni verso X Factor

La fidentina Sara Loreni verso X Factor

20 Settembre 2015, 12:01

Giulia Viviani

A chi conosce Sara Loreni non sarà probabilmente sfuggita la sua apparizione nello spot della prossima puntata delle audizioni di X-Factor, in onda giovedì prossimo su Sky Uno in prima serata. L’artista conferma di aver partecipato alle selezioni e come anticipato dalla pubblicità, la sua esibizione è stata molto apprezzata dai giudici. Troppo presto però per sapere come andrà a finire, il percorso di Sara verso il talent per ora è top secret.

Resta che trent’anni è l’età perfetta per cominciare a lasciare un segno. È l’età in cui si sceglie la propria strada con una convinzione che affonda le radici nell’entusiasmo e nelle esperienze dei vent’anni, ma con una determinazione diversa. Per i suoi trent’anni Sara Loreni da Fidenza si regala e ci regala «Mentha» album d’esordio solista, dopo l’ep di due anni fa.

Fresco come il titolo, originale, spontaneo eppure frutto di una ricerca complessa. Per partorirlo Sara ha lavorato soprattutto su se stessa: «Ho cercato di definire il mio mondo sonoro, è cambiato il mio modo di scrivere. Adesso parto dalla musica, è lei che traccia l’atmosfera e a seconda di quello che mi trasmette trovo parole in equilibrio. Ma può succedere anche che tutto prenda vita da una frase, una suggestione che appunto sul taccuino e da cui poi nasce tutto. I versi migliori spesso si presentano come intuizioni: improvvisamente hai un verso chiarissimo, cristallino, illuminate e non puoi ignorarlo». Dopo un percorso di anni con la sua band «Il Battello ebbro» (che l’ha portata a vincere nel 2010 il Premio Ciampi e il Premio Mei e Regione Emilia Romagna «Musica libera. Libera la musica»), incentrato sulle sonorità del jazz, del swing e della chanson française, Sara Loreni ha voltato pagina: «Sono cresciuta molto grazie a quel percorso e ho lavorato con artisti bravissimi, a partire da Paolo D’Enrico, solo che a un certo punto non mi sentivo più rappresentata da quell’immaginario». E così Sara ha iniziato a salire sul palco armata di loop station, kaossilator e batterie elettroniche e a declinare la propria voce come fosse uno strumento.

Un cambio di prospettiva basato su un approccio performativo, sulle orme di artiste come St. Vincent e Tune-Yards: «Il lavoro principale è stato quello di dare un’impronta forte al sound. C’è molto lavoro alla base per definire ciò che le canzoni vogliono esprimere ma una volta fissati certi parametri è bello lasciarsi trasportare e lasciare che siano le canzoni a condurre il gioco. “Mentha” è un disco di canzoni e sono loro ad aver dettato il proprio destino».

Uscito da pochi giorni per Maciste dischi, disponibile negli store digitali e in streaming, «Mentha» sarà presto acquistabile su cd anche tramite il sito dell’etichetta e naturalmente ai concerti. Hanno collaborato alla realizzazione del disco Stefano Amato (Brunori sas), Diego Dal Bon (Jennifer Gentle), Marcello Batelli (Non voglio che Clara e Teatro degli Orrori) e Massimo Manticò (Superwanted). La produzione artistica è di Martino Cuman (Non voglio che Clara) che ha curato le registrazioni al Bass Department Studio di Verona, il suono che ne esce è caratterizzato, oltre che da brani dove la Loreni appare nel suo ruolo di «vocal performer», anche da veri e propri viaggi spaziali sulla forma canzone. Ma in realtà anche al primo ascolto non è difficile individuare nell’album due anime, quella più legata alla sperimentazione, all’utilizzo giocoso dell’elettronica, e quella più cantautorale, più pop all’italiana: «In effetti è così, i due filoni individuano un percorso, spiegano da dove vengo e dove sto andando».

Dove Sara stia andando lo vedremo presto, il suo esordio sta suscitando critiche molto positive, le aspettative sono alte e il prossimo tour che la vedrà toccare un po’ tutta Italia potrebbe rappresentare un trampolino determinante. Intanto in Rete è sbarcato il videoclip di «Dovresti alzare il volume», girato da Stefano Poletti: «Sembrava a tutti la canzone giusta per fare da apripista, fresca, divertente. E ci siamo divertiti moltissimo anche a girare il video perché abbiamo cercato di trasporre in immagini il paradosso del testo, attraverso una serie di situazioni un po’ folli. Abbiamo anche tentato di giocare a tennis in piazza Garibaldi ma c’era troppa gente». Perché a 30, non si è comunque così adulti da smettere di giocare: «In realtà quest’ultimo anno è stato l’anno delle mattane, ho lasciato un lavoro nella comunicazione con un contratto a tempo indeterminato per fare la musicista a tempo pieno. I 30 anni mi hanno portato una leggerezza che cinque anni fa non conoscevo».

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