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La magia della Mille Miglia

La magia della Mille Miglia

17 Maggio 2015, 14:53

Lorenzo Centenari

Sciabordio di luci e tuono di pistoni fino a tarda notte. Poi, il meritato riposo. Quando all’alba il serpentone di automobili più prezioso mai plasmato abbandonerà il Parco Ducale in direzione di Fidenza, la nostalgia contagerà anche coloro che ai motori sono sempre stati indifferenti.

Per la prima volta in quasi un secolo di storia – tra edizioni di velocità e rievocazioni – la Mille Miglia ha posato le sue ali nel ventre di una città che tante volte aveva solo sorvolato. Accoglienza trionfale, brividi lungo la schiena, personaggi famosi, organizzazione senza pecche. La speranza, ora, che nella geografia della «Corsa più bella del mondo» (parola di tale Enzo Ferrari) Parma abbia finalmente guadagnato un posto d’onore. E come si augura il Comune, promotore dell’iniziativa insieme a Fiere di Parma, ospiti un arrivo di tappa anche negli anni a venire.

In Ghiaia il «Ferrari Tribute»

Piazza Ghiaia, ore 19.30 circa: sbucano alla spicciolata i primi dei 60 equipaggi del «Ferrari Tribute», manifestazione itinerante che da qualche tempo, assieme al «Mercedes Tribute», introduce il passaggio della corsa vera e propria. A seguire, ecco guadagnare il selciato della Pilotta altre 60 Gran turismo e convertibili con Stella a Tre Punte sul cofano. È il segnale, rosso e argento, che la marea di storia a quattro ruote è ormai in arrivo. Dall’arco di San Lazzaro al Lungoparma, l’adrenalina cresce e finalmente trova sfogo al sopraggiungere del primo concorrente: in anticipo rispetto alla scaletta e annunciata da lontano dal suono autentico di scarichi e cilindri di una volta, è una rarissima OM 665 SSMM «Superba» del 1930. Sarà apripista di un esercito di oltre 300 opere d’arte in movimento. A bordo, due «gentlemen» tedeschi, solo due dei tanti stranieri (equipaggi da tutta Europa, persino da Usa, Messico e Australia) che pur di correre la Mille Miglia farebbero pazzie.

L'arrivo della gloriosa OM

Seguita a ruota da un manipolo di Alfa Romeo, Bugatti e Jaguar, l’anziana e gloriosa OM approccia il centro storico da via Mazzini, imbocca via Garibaldi e vira verso piazza Duomo, salotto individuato per rivolgere il saluto a tanti ospiti speciali. Per una sera di primavera, sacro e profano si intrecciano in un mix che toglie il fiato. E ispira perdono anche a uno show così «pagano». Uno dopo l’altro, sfilano davanti al Battistero volti stanchi ma felici, accenti emiliani ed anglosassoni, figure popolari come il modello David Gandy, il giudice di Masterchef Italia Joe Bastianich, il «mago» della regolarità autostoriche Giuliano Cané, il chief designer Jaguar Ian Cullum e altri ancora. E le auto? Esemplari unici anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, brand ancora in vita come Lancia, Porsche, Aston Martin e Bmw, altre appartenenti a marchi epici come Triumph, MG, Healey e Cisitalia. Gomme alte e strette, abitacoli spartani: mille miglia a bordo di una spider d’anteguerra non è come prendere l’aperitivo.

Auto, la notte al Parco Ducale

Breve sosta di cortesia sulla pedana a beneficio della folla e dello speaker, poi la ripartenza e il tour cittadino per gratificare la platea assiepata in via Cavour e via Repubblica. Fino al transito in piazzale Dalla Chiesa e al suggestivo ricovero notturno al Parco Ducale, «parco chiuso» aperto alla cittadinanza fino all’una. Un giro di chiave e la vettura si addormenta, esausta: sulle sue spalle, già tre giorni di «lavoro», un insidioso passo appenninico (l’Abetone) e oltre mille chilometri di strada. Mentre i suoi fortunati possessori prendono posto alla maxi cena di gala sotto i Voltoni del Guazzatoio. Arte, cucina, passione: Parma ha messo mano al suo arsenale seduttivo. E il primo appuntamento si conclude con il bacio.

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