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La protesta? Una festa

La protesta? Una festa

12 Aprile 2015, 11:23

Pierluigi Dallapina

Da una parte c’era un gruppetto di bambini che pescava pesci di carta con piccole canne di bambù, vicino al gazebo c’erano i genitori che controllavano altri bimbi alle prese con pennarelli, fogli e cartoncini colorati, sedute per terra c’erano delle bambine che si divertivano a fabbricare braccialetti di plastica, mentre altri piccoli si rincorrevano, giocavano con le bolle di sapone e si davano da fare dietro ad un pallone calciato in ogni direzione. Capire che il centinaio di persone radunate ieri mattina nel parchetto di via Newton stava protestando contro i tagli del Comune sui servizi educativi non era per nulla scontato. Gli striscioni con le critiche erano a qualche metro di distanza, appesi alla cancellata dell’asilo «Tartaruga», perché nel parco «va in scena una forma diversa di protesta, una protesta colorata e senza urla», spiega Marilena Caramazza, presidente del consiglio dei genitori dell’asilo, e fra le mamme in prima linea contro la riorganizzazione dei servizi educativi.

«Vogliamo difendere la qualità del servizio offerto alle famiglie. Le tate dell’asilo non sono un punto di riferimento solo per i bambini, ma anche per noi genitori», aggiunge, per sottolineare ancora una volta i dubbi sul cambio di gestione del «Tartaruga», ora a diretto controllo comunale. «Servono anni per costruire cose buone, mentre bastano pochi giorni per distruggerle», commenta Francesca Cantoni, una mamma presente al presidio. «Noi non siamo qua solo per protestare – spiega – siamo qui per ricordare a tutti che il nostro asilo funziona». E funziona nonostante alcune criticità strutturali sottolineate dai genitori stessi. «Molti di noi – conclude Francesca – hanno scelto il Tartaruga non tanto per l’edificio, dato che quest’inverno si sono verificati evidenti problemi di infiltrazioni, quanto per la qualità del progetto educativo».

A proposito di progetto educativo, le famiglie sono spaventate dalle conseguenze che potrebbero derivare dal cambio di gestione. Un cambio che al momento non ha ancora identificato il nuovo soggetto gestore e che, come lamentano in molti, non era stato comunicato al momento di effettuare le iscrizioni alla scuola dell’infanzia. «Ho scelto il Tartaruga per la qualità del corpo insegnante», aggiunge un’altra mamma, Francesca Bonifacio, «non capisco perché il Comune debba tagliare un servizio di eccellenza. Ricordo che in campagna elettorale erano state fatte promesse differenti». Anche Alberto Monteverdi, del comitato «Per fare un bambino ci vuole un asilo», era fra i genitori del «Tartaruga». «Questa non è la manifestazione di un asilo solo. Questo è il fronte degli asili di tutta la città».

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