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Lite fra vicini: "Sono io la vittima"

Lite fra vicini: "Sono io la vittima"

13 Maggio 2015, 12:12

Luca Pelagatti

«Vuole sapere quale è la cosa che fa più male? Passare per uno che aggredisce un vicino, uno capace di sequestrare un pensionato. Insomma, apparire un violento. Io non lo sono». La storia è ancora quella già raccontata dalla «Gazzetta» di ieri, la brutta storia di un bisticcio futile tra vicini finito a pugni e botte. Passato, dal pianerottolo condominiale, alle carte bollate delle denunce ai carabinieri. Ma il punto di vista oggi, è ovvio, è diverso. Anzi opposto. «Io sono quello che è stato accusato di avere aggredito il pensionato vicino di casa, di averlo addirittura sequestrato. Beh, non è vero. E lo voglio dire a tutti». La vicenda, l'abbiamo ricordato, sarebbe banale, una delle tante che avvelenano la vita quotidiana di chi abita gli alveari di cemento delle città. In questo caso la palazzina è nella zona di via Sidoli e lungo le scale, per mesi anzi per anni, sono volate le frasi acide e le occhiate storte. Poi qualcosa è scattato: e l'altro giorno all'improvviso si è arrivati alle botte.

«Perché è scoppiato tutto questo pandemonio? Sinceramente non lo so. Per bisticci senza valore di tanto tempo fa che che si sono trasformati in ostilità, per un atteggiamento del mio vicino che si sente ingiustamente criticato senza motivo. Forse per un suo stato di fragilità psicologica». Come dire: per sassolini diventati macigni. Tanto che lungo quelle scale qualcuno ha rischiato di farsi molto male. «Il mio vicino dice che l'ho aggredito? Voglio spiegare che non è vero. Anzi, che è proprio il contrario - spiega Marco (il nome anche in questo caso è di fantasia) che ricostruisce quella mezz'ora di rabbia insensata. «Come altre volte in passato tutto sarebbe potuto fermarsi con qualche parolaccia mormorata a mezza bocca. Ma stavolta il mio vicino ha esagerato». La scintilla è stata una porta chiusa in faccia. Uno dice per sbaglio, l'altro volontariamente. Ma questo conta poco: quello che conta è ciò che è accaduto dopo. «Il pensionato ha chiuso il portone prima che io arrivassi e io sono rimasto chiuso fuori. Ho chiesto a mia figlia di aprirmi e sono entrato, me lo sono trovati davanti, sulle scale appostato. Pronto ad offendermi». Sono volate parole forti? Probabile. Ma, ancora, tutto poteva aggiustarsi. Ma non è andata così. «Mi ha offeso e io ho risposto pacatamente. Poi mi è corso incontro e mi ha colpito al volto con una testata». E qui occorre fare una sosta. Marco, spiega con foga, soffre di una patologia al nervo trigemino: un qualsiasi colpo al volto per lui è come una ferita. Una testata diventa dolorosa come una pugnalata.

«Il colpo quindi mi ha come tramortito e mi sono rifugiato in casa. Ma il vicino non ne aveva avuto abbastanza». Secondo la versione di Marco il pensionato ha iniziato infatti a prendere a calci la porta come la volesse sfondare. «Non sapevo che fare e allora ho aperto. Pensavo di dirgli di smetterla ma lui si è tuffato dentro il mio appartamento e mi ha aggredito di nuovo». Pugni, mani strette alla gola, morsi: il pensionato avanzava e l'altro cercava di trattenerlo. «Io mi sono limitato a trattenerlo per impedirgli di colpirmi. Ma è chiaro che non l'ho trascinato all'interno, non l'ho sequestrato. E' lui che si è fiondato in casa mia». Dettagli? Per nulla. Perché queste accuse sono ora sulle denunce presentate ai carabinieri. Gli stessi che sono arrivati sul posto con una pattuglia e che hanno raccolto le prime testimonianze. «Anche altri vicini hanno confermato la mia versione», prosegue Marco che mostra i segni di morsi alle braccia e, referto alla mano, indica il referto: «Ho avuto 15 giorni di prognosi. Io non l'ho colpito, mi sono limitato a trattenerlo per impedire che aggredisse mia moglie. Ed è stato un braccio di ferro in apparenza infinito, quasi venti minuti. Prima dell'arrivo dei militari». Gli stessi che dovranno approfondire le denunce che, è probabile, daranno vita ad un nuovo scontro. Stavolta nell'aula di un tribunale. «Per questo ci sono le sedi competenti. Io quello che voglio solo chiarire è che non ho mai alzato le mani addosso a nessuno. E nemmeno stavolta l'ho fatto. Mi sono solo difeso». E per ribadirlo mostra un video fatto con il cellulare dove si vede chiaramente l'alterco e il pensionato scagliarsi contro il vicino. «Ho sempre cercato di soprassedere, di vivere la mia vita senza cedere alle provocazioni di quella persona. Ora dopo quello che è accaduto spero si possa tornare a vivere in pace». E che sulle scale al posto delle grida torni il silenzio.

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