Beppe Facchini
Morire a Parma? Costa circa 5.200 euro, il 14% in meno rispetto ai poco più di 6 mila euro spesi mediamente in tutto il Paese, tumulazione compresa, per l’organizzazione di un funerale tramite agenzia privata. A rivelarlo è uno studio dell’Adoc, Associazione nazionale per la Difesa e l’Orientamento dei Consumatori, che fa inoltre notare come in Italia, dal 2001, tra bara, annunci mortuari, corone di fiori e loculi dirsi addio sia diventato più costoso di oltre il 65%. Ma in aumento esponenziale, secondo il parere di alcuni addetti ai lavori interpellati per tracciare un quadro della situazione in città (AdeServizi Srl Onoranze Funebri, Assistenza Pubblica, Consorzio Onoranze Funebri Parmensi, Onoranze Funebri Barili e Ade Spa Servizi Cimiteriali) sono anche le cremazioni, almeno 6-7% in più ogni anno. Per molti si tratta di una scelta legata a una vera e propria rivoluzione culturale in atto nella società odierna, per altri di una conseguenza alle aperture della Chiesa su un tema così delicato. Tutti concordi, però, nel sottolineare come anche l’aspetto economico rivesta un ruolo non secondario, poiché scegliendo la cremazione molti funerali prevedono l’acquisto di bare più economiche, come quelle in abete. La base è di circa 700-800 euro, ma ci sono modelli anche in mogano, noce o rovere da oltre 3 mila euro. Il costo per la cremazione, diverso di città in città, è invece di 604 euro, cifra massima consentita per legge e applicata dal Comune di Parma, al quale obbligatoriamente bisogna versare anche un’imposta di 129 euro, indipendentemente dal genere di rituale. Tra pratiche risolte dall’agenzia e personale bisogna poi mettere da parte fra i 150 e i 300 euro. E se si decide di tumulare le ceneri in una celletta del cimitero, avendone una concessione ad esempio di 50 anni, si va dai 360 euro in decima fila ai 551 euro per una terza o quarta fila. Più 59,78 euro di servizio. A conti fatti, stringendo al massimo la cinghia, ci si può quindi separare dal «caro estinto» anche rimanendo entro i 2 mila euro, rinunciando però ad altre voci di spesa variabili caso per caso come quelle di necrologi, fiori, muskinet e diversi accessori per la bara. O rinunciando persino alla funzione in chiesa. In caso di commiati «tradizionali», invece, i costi (con altre aggiunte in fattura per servizi festivi e trasporti extraurbani) lievitano un po’ e dipendono dal genere di bara (tra le più costose quelle in legno kevazingo) e dall’inumazione. Per una tumulazione in avello concesso per 40 anni si spendono in media 2 mila euro, ma il prezzo varia a seconda della posizione del loculo (3.186 euro in seconda fila, 858 euro in decima), mentre la tariffa di servizio è sempre pari a 257,42 euro. Iva al 22% inclusa, così come nel caso di inumazione in fossa prato verde, pari a 568,22 euro comprensivi del materiale della lapide e dell’inumazione in fossa distinta, di poco superiore a 780 euro lapide provvisoria, cordolo e montaggio marmi inclusi.
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