Patrizia Celi
È entrata in vigore ieri la normativa europea sugli orari di lavoro in sanità. Una rivoluzione per gli ospedali e le Ausl, che si riverbera sull’organizzazione dei reparti e dei servizi ambulatoriali in nome del rispetto del diritto al riposo dei lavoratori (con introduzione del tetto massimo di orario lavorativo) e della sicurezza per gli assistiti.
I sindacati di categoria medica hanno cantato vittoria, ma allo stesso tempo hanno levato un grido di allarme sulla carenza di personale che potrebbe non garantire la quantità e qualità dei servizi attualmente erogati, soprattutto in aree delicate come l’emergenza-urgenza e la chirurgia. «In Italia servirebbero almeno 5.000 medici subito», ha sentenziato la Fp Cgil – Medici, mentre Anaao (Associazione dei medici dirigenti) ha quantificato il bisogno in «almeno 3.000 medici e 20.000 infermieri». In particolare la nuova normativa sancisce per medici, infermieri, tecnici sanitari e fisioterapisti il limite massimo di 48 ore di lavoro in media settimanali (da rilevare nell’arco di 4 mesi) e 11 ore di riposo consecutive ogni 24 ore (con decorrenza dall’inizio del turno).
Nel mosaico delle soluzioni adottate in extremis dalle Regioni, l’Emilia Romagna non ha ancora preso una posizione ufficiale, con atti deliberativi o linee di indirizzo, ma ha analizzato le possibili conseguenze in chiave locale e invitato le Aziende sanitarie del territorio a governare il cambiamento soprattutto attraverso nuovi assetti organizzativi. «Dalle valutazioni effettuate rileviamo solo qualche area problematica, a macchia di leopardo – ha spiegato il direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliero universitaria di Parma Simona Giroldi – Lo risolveremo con modifiche organizzative e attraverso nuove assunzioni, che già stiamo facendo in quel percorso di eliminazione del lavoro interinale, con conseguente incremento del personale dipendente, che ha caratterizzato questa nuova direzione».
In particolare per l’area del comparto (infermieri, tecnici e fisioterapisti) al Maggiore sono attualmente 2900 i dipendenti, ma sono in arrivo molte nuove assunzioni: a tempo indeterminato saranno assunti 39 professionisti, più 7 prelevati dalle graduatorie e 15 dalle stabilizzazioni; per il tempo determinato saranno assunti 57 professionisti e 38 saranno attinti dalle graduatorie: 156 in tutto. «Non siamo di fronte ad una situazione drammatica: pochissime persone hanno superato il limite delle 48 ore settimanali e sempre in modo non continuativo - ha spiegato il direttore del Servizio assistenziale Tiziana Lavalle – Anche l’articolazione dei turni programmata non ostacola il rispetto delle 11 ore di riposo continuative». I medici del Maggiore attualmente sono 621, poi ci sono circa 100 contrattisti. Nel piano di assunzioni regionale sono previsti 20 nuovi medici per il parmense, troppo pochi secondo i sindacati di categoria e allora la risposta alla riduzione dell’orario di lavoro non potrà che essere cercare di fare le stesse cose in un modo diverso, ad esempio con l’introduzione della figura del medico di guardia «divisionale» e non del reparto.
«Analizzando il rapporto tra attività e bisogno degli utenti rimoduleremo i percorsi con semplici variazioni organizzative – ha spiegato il direttore amministrativo dell’Azienda Usl di Parma Marco Chiari – Con l’obiettivo di mantenere elevata la qualità dei servizi offerti ai cittadini». E poiché la prima verifica sarà fra 4 mesi, fondamentale sarà il piano delle assunzioni per il 2016 della Regione, i cui tavoli preparatori inizieranno tra circa un mese.
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