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Stalking alla ex, due anni

Stalking alla ex, due anni

18 Dicembre 2015, 07:46

Lui, l'ex fidanzato dal dente avvelenato, le aveva reso la vita impossibile.

Oggi si chiama stalking: un tempo si diceva molestia telefonica, appostamenti, persecuzione. Tradotto: un incubo senza fine. Non è facile spiegare cosa significhi sentirsi salire il cuore in gola tutte le volte che senti il telefono squillare, ad ogni ora del giorno e della notte.

Con il terrore di sentire, dall'altra capo del filo, la voce di colui che un tempo amavi trasformata in un volgare megafono di offese.

Pesanti minacce condite da parolacce, offese. A subire la persecuzione è stata una ragazza parmigiana la cui unica «colpa» era stata quella di aver interrotto la relazione, durata circa un anno. Da innamorato a persecutore. Un'ennesima storia di stalking in scena in tribunale: è finita con una condanna a due anni. Lui 38enne, sfaccendato, qualche problema con le droghe, ma fascino da vendere. Insomma, il classico bello e dannato.

Lei, 26 anni, acqua e sapone, sportiva, la classica brava ragazza. Fra di loro c'era stata una storia. Un rapporto appassionato, vissuto intensamente. Ma poi la storia era finita. Almeno per lei. Perché l'uomo non ne voleva sapere di averla persa. L'idea di rassegnarsi non faceva per lui.

Si era messo in testa di riconquistarla, a tutti i costi. Ci aveva provato in ogni modo a «convincerla» a tornare sui propri passi. Mazzi di fiori, ma anche bigliettini, inviti, richieste di incontrarsi per fare due chiacchiere e cercare di ritrovare la passione di un tempo.

Tentativi romantici e a volte un po' ingenui che - nel corso del tempo - erano stati sostituiti da atteggiamenti molto più aggressivi. Sms a ogni ora del giorno e della notte, appostamenti davanti alla palestra dove la ragazza andava a allenarsi, minacce di recarsi a casa sua, ma anche di suicidarsi se non avesse ripreso la relazione. E poi altri atti persecutori, attraverso i social: sotto forma di messaggi molesti sul profilo fb della ragazza. Insomma, una «tortura» che aveva provocato stato di ansia e di paura nella vittima, tale da ingenerare timore per la sua incolumità, costringendola a smettere di andare in palestra, cancellare il profilo fb e cambiare il numero di telefono). La persecuzione, secondo l'accusa, era iniziata nel novembre dello scorso anno e era proseguita fino a settembre. L'imputato, condannato ieri dal gup, dovrà anche risarcire i danni in separata sede civile alla ex alla quale andrà una provvisionale immediatamente esecutiva di 5 mila euro.

Ma di sicuro nessuno sarà in grado di cancellare - nella mente della ragazza vittima delle persecuzioni - la memoria dei tanti momenti di paura vissuti.da.ba.

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