Luca Molinari
«Avrete il coraggio, alla luce dell’esperienza che avete vissuto in ottobre, di fare dell’amore, del darsi agli altri, la vostra scelta di vita?» Si chiude con questa provocatoria domanda la lettera aperta di don Corrado Vitali – parroco di Baganzola e missionario per nove anni in Brasile – rivolta agli «angeli del fango».
Il sacerdote - che nel 1995 ha fondato assieme a Marilù Tommasini, il Gruppo Mission (la realtà che ogni anno consente a numerosi giovani parmigiani di vivere esperienze di servizio estive nei Paesi poveri) - invita i giovani parmigiani a spendersi per gli altri in maniera continuativa, continuando a impegnarsi, in parrocchia o in un'associazione di volontariato.
«Care ragazze e cari ragazzi che vi siete sporcati le mani e schizzati i volti nei giorni dell’esondazione del Baganza - scrive don Vitali rivolgendosi agli “angeli del fango” - ho pensato spesso a voi, e se scrivervi o no questa lettera; alla fine mi sono deciso per il sì. Probabilmente, molti di voi (specie i più giovani) per la prima volta hanno messo gli stivali di gomma e preso un badile in mano proprio nello scorso ottobre. Forse per la prima volta avete sperimentato la gioia di aiutare chi è in difficoltà, la bellezza di un gesto gratuito fatto a persone sconosciute. Lo avete fatto con lo slancio, la generosità e l’allegria di cui i giovani sono capaci. Se arrivati a sera, vi siete sentiti stanchi e contenti, avete sperimentato la forza e la gioia dell’amore, che è il cuore del messaggio di Gesù».
Proprio in questi giorni «abbiamo celebrato la festa di Natale – prosegue il parroco di Baganzola -. Nel Natale noi vediamo il Figlio di Dio che si getta nel fango della storia umana per risollevare gli uomini e le donne dalle loro miserie e condurli all’amore del Padre nostro che è nei cieli. Don Luigi Di Liegro, un prete di Roma anni fa ha scritto questa frase: “Non si può amare a distanza, restando fuori dalla mischia, senza sporcarsi le mani. E soprattutto non si può amare senza condividere”. Siete stati bravi: vi siete gettati nella mischia e avete condiviso il vostro tempo, le vostre energie con le persone danneggiate dall’esondazione, e vi siete sporcati le mani. In un certo senso avete messo in pratica il Natale».
La scelta di scrivere la lettera non è però dettata dal desiderio del sacerdote di ringraziare i giovani parmigiani «piuttosto per rilanciare il discorso e provocarvi». «Può essere persino facile (e anche divertente!) passare qualche pomeriggio o qualche giornata a sbadilare. Difficile è farne una scelta di vita – sottolinea il sacerdote -. Ci sono milioni di persone nel mondo che vivono “nel fango”, che vivono e muoiono in povertà e fame. Alcune le ho incontrate personalmente durante i viaggi col Gruppo Mission e gli anni trascorsi in Brasile. Cosa fate per loro? Ce ne sono anche in mezzo a noi di persone che vivono “infangate” nell’isolamento, nella tristezza, nei problemi. Cosa fate per loro? Se avete sperimentato “la gioia di darsi agli altri”, perché non farne una scelta e uno stile di vita? Ci sono tante associazioni di volontariato missionario, tanti gruppi di solidarietà che operano nella nostra città e provincia. Tutti si lamentano perché non ci sono giovani disponibili, o pochissimi. Eppure avete mostrato coi fatti che i giovani non pensano solo a se stessi, o a divertirsi. Grazie a Dio, ci sono tanti giovani nel mondo che si spendono per gli altri».
Un autore cristiano, Paul Claudel, ha scritto: «A che serve la vita, se non per essere donata? … Dare in letizia tutto ciò che abbiamo: qui sta la gioia, la libertà, la grazia, la giovinezza eterna». Un altro autore, Luigi Pintor, ha scritto: «Non c’è in un’intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi». «Le parrocchie e le associazioni di volontariato – rimarca don Vitali - hanno le porte aperte. Fatevi avanti!».
«Avrete il coraggio – conclude provocatoriamente il sacerdote - alla luce dell’esperienza che avete vissuto in ottobre, di fare dell’amore, del darsi agli altri, la vostra scelta di vita? E come, concretamente? Grazie per l’attenzione. Grazie a chi vorrà rispondere a questa lettera. Che il nuovo anno sia un anno ricco di gesti d’amore, di giustizia e di pace. Un forte abbraccio».
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