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5 Stelle impantanati sul simbolo

5 Stelle impantanati sul simbolo

30 Marzo 2019, 07:59

Pierluigi Dallapina

Parma doveva essere la Stalingrado del Movimento 5 Stelle. Doveva essere la città a partire dalla quale gli attivisti avrebbero conquistato il potere in tutta Italia. E invece, Parma potrebbe trasformarsi nel Vietnam del Movimento. La voglia di cambiamento rischia di finire nelle sabbie mobili a causa della lite scoppiata sull’uso del logo e del nome a marchio 5 Stelle.

L’impasse è confermata dall’esito della conferenza dei capigruppo, convocata ieri sera in municipio. La riunione è terminata con un nulla di fatto, perché i rappresentanti della minoranza hanno sostanzialmente fatto cadere nel vuoto la richiesta avanzata dal Movimento di impedire ai due consiglieri comunali usciti dalla maggioranza – Fabrizio Savani e Mauro Nuzzo – di formare un nuovo gruppo di opposizione caratterizzato dallo stesso simbolo e dallo stesso nome che identifica proprio il gruppo di maggioranza.

Per la precisione, la maggioranza pizzarottiana è denominata Movimento 5 Stelle beppegrillo.it, ma ancora per poco, perché dai vertici nazionali è arrivato l’ordine di togliere il nome di Beppe Grillo, mentre il neonato gruppo di Nuzzo e Savani è il Movimento 5 Stelle Parma che, al pari dell’altro Movimento, ha il simbolo caratterizzato dalle cinque stelline.

La faccenda preoccupa i consiglieri fedeli al sindaco, convinti che l’omonimia possa creare confusione fra gli elettori e nella burocrazia comunale, ma questa preoccupazione, almeno per il momento, non sembra essere condivisa dall’opposizione, che ha preferito non entrare nella querelle del simbolo.

La maggioranza, cioè quella del Movimento 5 Stelle, ora non può fare altro che tentare la carta Di Maio, cioè attendere che il responsabile degli enti locali proibisca ai 5 Stelle ribelli l’uso del logo e del nome.

Il sindaco ha già lanciato a tal proposito un appello via Facebook, mentre Nuzzo ha ribadito, davanti agli altri capigruppo, di ritenersi legittimato all’utilizzo della sigla Movimento 5 Stelle Parma.

Pizzarotti a Di Maio: «Cosa aspetti per intervenire su chi ci vota contro?»

«Luigi (Di Maio ndr) cosa state aspettando? Non pensate alle conseguenze di questo silenzio?». E' questa la conclusione di un lungo intervento che Ieri pomeriggio il sindaco Federico Pizzarotti ha postato sul profilo Facebook in cui chiede agli attivisti 5 Stelle di mobilitarsi per richiedere l'espulsione di Nuzzo e Savani.

«A tutti gli attivisti del Movimento 5 Stelle. ?#‎Ascoltateci? e fatevi sentire anche voi. A ?#‎Parma? è avvenuto un fatto paradossale che non sarebbe mai dovuto accadere, ampiamente prevedibile e comunicato anticipatamente ai membri del direttorio e allo staff. Un consigliere ha deciso di uscire dalla maggioranza per collocarsi all’opposizione - Forza Italia e Pd - e insieme a un altro membro uscito due settimane fa ha formato un nuovo gruppo a nome del Movimento. In sostanza parlo di due consiglieri che non si presentano da oltre due anni alle riunioni di maggioranza, di cui uno per il 75% e l’altro per il 50% delle votazioni in Consiglio Comunale hanno votato assieme alla minoranza Forza Italia e Pd. Nonostante questo, mai è arrivata una presa di posizione da parte dei vertici del movimento. In altri comuni amministrati dal Movimento 5 Stelle, l’espulsione di alcuni consiglieri è avvenuta per un solo voto contrario alla maggioranza. Qui, ripeto, hanno votato contro il Movimento per la maggior parte delle volte, insieme a Forza Italia e Pd».

«Il fatto, poi, - prosegue Pizzarotti - che intendano costituire un gruppo a un anno dal voto, fomentati da alcune persone che non fanno parte del meetup di Parma ma che utilizzano impropriamente il logo del Movimento in spregio al regolamento nazionale, ricorda molto la pratica tanto cara alla vecchia politica: staccarsi a ridosso delle amministrative per rilanciare la propria candidatura. Ma c’è di più. Di recente abbiamo adottato un regolamento del gruppo consiliare, assolutamente simile a quello del gruppo parlamentare 5 stelle, nel quale si dice che la posizione del M5S è decisa a maggioranza dal gruppo, e che in aula ci si deve attenere alle decisioni prese a maggioranza. Se le regole valgono, devono valere per tutti. Alla luce di quanto scritto, mi chiedo: come si può pensare di lasciar passare che nella più grande città amministrata dal M5S, si formino due gruppi del M5S? Cosa si aspetta a intervenire?».

«Eppure tale situazione è stata ampiamente resa nota al direttorio, ben prima che si arrivasse a questa paradossale situazione. Privatamente e personalmente lo comunicai io già il 25 agosto del 2015, ben 6 mesi fa, dopo che uno dei due consiglieri fece cadere il numero legale in Consiglio Comunale uscendo dall’aula assieme all’opposizione. Ma una comunicazione ufficiale allo staff è arrivata anche dal gruppo consiliare e dall’unico, vero meetup di Parma, che appoggia la maggioranza. È stato fatto tutto quando si doveva fare per chiarire la situazione ai vertici, nei minimi dettagli. E’ importante che i responsabili territoriali prendano una posizione chiara e netta. Il silenzio fa il gioco dei partiti. Non si chiede altro che applicare le stesse identiche regole che si sono dati a Roma e che si sono applicate a Livorno. Cosa si aspetta a intervenire? Condividete il messaggio, fatelo arrivare. Noi siamo parte del Movimento, non avrei voluto arrivare a questo messaggio, ma per il nostro bene dobbiamo risolvere questa situazione».

«Nel tempo - conclude Pizzarotti - in tanti mi avete scritto di non uscire sui giornali e di cercare di chiarire la situazione internamente per il bene del movimento. Io l’ho fatto e non ho ricevuto risposta. Martedì appena appreso quello che stava per succedere ho scritto a Di Maio. Non ho avuto nessuna risposta, come era già avvenuto in passato. Luigi cosa state aspettando? Pensate alle conseguenze di questo silenzio».

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